Gli Acquisti Fatti Durante la Causa di Separazione Entrano in Comunione?
Mi capita spesso, come avvocato, di ricevere questa domanda da chi si trova nel mezzo di una causa di separazione: “Se acquisto un’auto o un immobile in questo periodo, sarà anche dell’altro coniuge?” La risposta, in sintesi, è sì, salvo precise condizioni, perché fino allo scioglimento legale della comunione — che avviene con l’omologa della separazione o con il provvedimento presidenziale — gli acquisti rientrano nella comunione dei beni.
Ad esempio, un nostro assistito ha acquistato un appartamento due mesi dopo aver avviato la separazione. Credeva fosse solo suo, ma legalmente era ancora in comunione dei beni, e quindi anche della moglie. Questo errore è costato caro, ma è stato risolto con un intervento mirato.
Se ti trovi in una situazione simile, contatta ora il nostro studio legale: offriamo consulenze anche in video-call e possiamo aiutarti a tutelarti subito. Scopri di più anche sul nostro servizio dedicato: Avvocato Divorzista a Bologna.
Cos’è la Comunione dei Beni e Quando Si Scioglie
La Comunione Legale dei Beni
Nel regime di comunione legale, tutti gli acquisti effettuati durante il matrimonio — ad eccezione di quelli personali — appartengono a entrambi i coniugi. Questo vale indipendentemente da chi effettua materialmente l’acquisto.
Rientrano nella comunione:
immobili;
veicoli;
conti correnti e investimenti;
aziende acquistate dopo il matrimonio.
Questi beni, una volta entrati nella comunione, saranno divisi in parti uguali al momento dello scioglimento, indipendentemente dal contributo effettivo dato da ciascun coniuge.
Effetti Pratici della Comunione Legale Durante la Separazione
Finché la comunione non viene sciolta, essa continua a produrre effetti anche dopo la fine della convivenza e durante la causa di separazione. Ciò significa che:
Gli acquisti compiuti da uno dei due coniugi durante la pendenza della causa di separazione rientrano nella comunione legale, se non si è ancora verificato il presupposto legale per lo scioglimento;
Il coniuge che ha sostenuto l’intero costo dell’acquisto non potrà rivendicare la piena proprietà, perché il bene si presume condiviso al 50%.
Solo con lo scioglimento legale della comunione (per effetto dell’autorizzazione del presidente del tribunale o dell’omologazione della separazione consensuale) questi effetti cessano e gli acquisti diventano patrimonio personale.
La Riforma Dell’Art. 191 Codice Civile: Quando Si Scioglie La Comunione Legale Dei Beni
Una delle novità più significative introdotte dalla recente riforma del diritto di famiglia riguarda la modifica dell’art. 191 del Codice Civile, che chiarisce in modo puntuale il momento esatto in cui si verifica lo scioglimento della comunione legale tra i coniugi. Questo aggiornamento normativo è di fondamentale importanza per chi si trova in una fase delicata come quella della separazione personale.
La nuova formulazione dell’articolo prevede che la comunione legale si scioglie:
Nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati, oppure
Alla data di sottoscrizione del processo verbale di separazione consensuale davanti al presidente, purché omologato.
L’ordinanza con cui i coniugi vengono autorizzati a vivere separati viene comunicata all’ufficiale dello stato civile, affinché sia effettuata l’annotazione dello scioglimento della comunione.
Impatti Pratici Sugli Acquisti Dopo L’Autorizzazione a Vivere Separati
Prima della riforma, la giurisprudenza richiedeva che si attendesse il passaggio in giudicato della sentenza di separazione (cioè il momento in cui essa non è più impugnabile) per far decorrere lo scioglimento della comunione legale. Questo creava incertezza giuridica e situazioni di conflitto patrimoniale anche in presenza di separazioni già concretamente attuate nella vita quotidiana.
Con la nuova formulazione, invece:
Viene anticipato il momento dello scioglimento della comunione rispetto alla sentenza definitiva;
Viene introdotto un criterio temporale chiaro e oggettivo, facilmente documentabile;
Si rafforza la tutela del coniuge acquirente, che non rischia più di vedere condiviso un bene comprato dopo l’autorizzazione a vivere separati.
Grazie alla riforma, gli acquisti compiuti dopo l’autorizzazione del presidente del tribunale o dopo la sottoscrizione omologata del verbale consensuale non entreranno più a far parte della comunione legale, anche se la sentenza definitiva non è ancora stata emessa.
Ad esempio:
Se un coniuge acquista un immobile dopo l’autorizzazione a vivere separato, l’altro coniuge non potrà rivendicare alcuna quota di proprietà, anche se formalmente la causa non è ancora conclusa;
Se, invece, l’acquisto avviene prima di quel momento, il bene continuerà a essere automaticamente soggetto alla comunione e, quindi, diviso al 50% tra i coniugi.
Annotazione All’Ufficiale di Stato Civile: Un Passaggio Chiave
Uno degli aspetti meno conosciuti ma giuridicamente fondamentali nella comunione legale dei beni tra coniugi è rappresentato dall’annotazione all’Ufficiale di Stato Civile. Questo adempimento, spesso considerato una mera formalità, costituisce invece un momento determinante per l’efficacia dello scioglimento del regime patrimoniale tra i coniugi.
Tale adempimento non è un semplice passaggio burocratico, ma è ciò che sancisce ufficialmente, agli occhi della legge e di terzi, lo scioglimento della comunione legale.
In pratica, fino a quando questa annotazione non viene effettuata, tutti gli acquisti compiuti da uno dei coniugi continuano a essere considerati beni in comunione, con tutte le conseguenze del caso in sede di divisione dei beni.
Gli Acquisti Fatti Durante La Causa Di Separazione Entrano In Comunione: Scopri Come Proteggerti
Molti coniugi sottovalutano l’impatto giuridico degli acquisti compiuti mentre è in corso una causa di separazione, ignorando che, fino all’annotazione dell’autorizzazione a vivere separati o all’omologazione della separazione consensuale, la comunione legale dei beni resta pienamente operativa.
Ma esistono strategie legali per tutelarsi, anche nei casi più complessi. Ad esempio, puoi scoprire in quali circostanze è possibile dimostrare la natura personale del bene, oppure quali sono gli strumenti per anticipare la cessazione degli effetti patrimoniali del matrimonio.
Ogni caso è diverso, e ogni scelta compiuta in questo momento delicato può avere conseguenze economiche rilevanti. È per questo che ti invitiamo a contattare i nostri avvocati esperti in diritto di famiglia, per valutare insieme le soluzioni legali più adatte alla tua situazione. La consulenza è disponibile anche in video-call, ovunque tu sia.
FAQ: Acquisti Durante la Separazione e Comunione dei Beni
1. Gli acquisti fatti durante una causa di separazione entrano in comunione?
Sì, fino alla provvedimento di autorizzazione del giudice, gli acquisti fatti durante la causa entrano nella comunione dei beni, anche se la separazione è già avvenuta nella vita quotidiana.
2. Quando si scioglie la comunione legale dei beni durante la separazione?
La comunione si scioglie quando il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati o con l’omologazione della separazione consensuale.
3. Gli acquisti dopo l’autorizzazione a vivere separati sono ancora in comunione?
No, dopo l’autorizzazione a vivere separati, gli acquisti non entrano più in comunione, anche se la sentenza finale non è ancora stata emessa.
4. Come si effettua lo scioglimento ufficiale della comunione legale?
Lo scioglimento ufficiale avviene tramite l’annotazione all’Ufficiale di Stato Civile, che sancisce l’efficacia legale della separazione e la fine della comunione.
5. Posso proteggere i miei acquisti durante la separazione?
Sì, esistono strumenti legali per tutelarsi, come dimostrare che l’acquisto è personale o anticipare la cessazione degli effetti patrimoniali del matrimonio.
6. Quando non rientrano gli acquisti nella comunione?
Gli acquisti fatti dopo l’autorizzazione del tribunale a vivere separati, o dopo l’omologazione della separazione consensuale, non rientrano più nella comunione legale.