Il Testamento Può Essere Contestato Se Viola La Legittima?
Sì, un testamento che non rispetta la legittima può essere impugnato dagli eredi legittimari attraverso un’azione di riduzione. Questo strumento legale permette di ristabilire l’equilibrio tra la volontà del testatore e i diritti di chi ha diritto a una quota minima dell’eredità.
Ad esempio, se un genitore lascia tutto il proprio patrimonio a un amico escludendo i figli, questi ultimi possono contestare il testamento e chiedere la loro quota di legittima. In questi casi, è fondamentale agire tempestivamente e con l’assistenza di un esperto in diritto successorio.
Se hai dubbi sulla validità di un testamento e vuoi tutelare i tuoi diritti, contatta i nostri avvocati per una consulenza personalizzata, anche in video-call. Per approfondire il tema delle controversie ereditarie, leggi il nostro articolo su Avvocato Successioni a Bologna.
Cos’è La Legittima E Chi Sono I Legittimari?
La legittima è un istituto giuridico che tutela i diritti degli eredi legittimari, ovvero coloro che, indipendentemente dalla volontà espressa nel testamento, hanno diritto a una quota minima dell’eredità. La sua funzione è quella di evitare che il testatore possa disporre liberamente di tutto il proprio patrimonio, escludendo chi per legge ha diritto a una parte dell’eredità.
Questo diritto di protezione è sancito dal Codice Civile italiano e ha lo scopo di garantire che i membri della famiglia più stretta, come i figli o il coniuge, non vengano privati ingiustamente della loro parte di eredità. La quota di legittima non può essere elusa nemmeno mediante donazioni fatte in vita, che potrebbero compromettere i diritti di questi eredi.
Chi Ha Diritto Alla Legittima?
Gli legittimari sono le persone a cui la legge riserva una quota dell’eredità del defunto. La lista degli eredi legittimari si articola in modo preciso, ed è differente a seconda della presenza o meno di determinati parenti. Ecco chi rientra in questa categoria:
Il Coniuge Superstite
Il coniuge superstite è sempre considerato uno degli eredi legittimari. La sua quota di legittima dipende dalla composizione dell’asse ereditario. Se il defunto ha figli, il coniuge ha diritto a un terzo dell’eredità, mentre, in assenza di figli, la quota sale alla metà del patrimonio.
In seguito alla legge n. 76/2016, che ha legalizzato le unioni civili tra persone dello stesso sesso, la parte superstite di un’unione civile ha gli stessi diritti successori del coniuge in caso di morte del partner. Questo significa che la parte superstite dell’unione civile ha diritto alla quota di legittima, come se fosse coniuge, in caso di assenza di figli o genitori.
I Figli Del Defunto
I figli sono i principali legittimari in caso di successione. La loro quota di legittima è determinata in base al numero di figli e alla composizione della famiglia. Se il defunto ha uno o più figli, questi ultimi hanno diritto a due terzi del patrimonio. Se ci sono solo due figli, ad esempio, ciascuno di essi riceve un terzo dell’eredità. I figli legittimi, i figli naturali riconosciuti e i figli adottivi godono degli stessi diritti.
I Genitori Del Defunto
Nel caso in cui il defunto non abbia figli, i genitori diventano gli eredi legittimari. Essi hanno diritto alla quota di legittima della parte residua dell’eredità, pari alla metà. Se uno dei genitori è deceduto, il genitore superstite ha diritto alla totalità della quota che spetterebbe a entrambi.
L’importo della legittima varia in base al numero e al tipo di eredi. Ad esempio, se il defunto lascia un solo figlio, a quest’ultimo spetta almeno la metà del patrimonio. Se i figli sono due o più, devono dividersi almeno i due terzi dell’eredità.
Cosa Succede Se Il Testamento Viola La Legittima?
Quando un testamento non rispetta i diritti di legittimari, ossia coloro che per legge hanno diritto a una quota dell’eredità, si parla di violazione della legittima. Questo accade quando il testatore dispone dei propri beni in maniera da escludere o ridurre ingiustamente la quota spettante ai legittimari. La legittima è un diritto intangibile, e il testamento non può annullarlo o limitarlo senza giustificazione.
Nel caso di violazione della legittima, la legge prevede delle azioni di tutela per permettere agli eredi danneggiati di ottenere la parte dell’eredità a loro spettante. La questione della legittima è regolata principalmente dagli articoli 553 sino al 564 del Codice Civile italiano, che stabiliscono le modalità di protezione e le azioni legali a disposizione degli eredi.
Le Azioni Legali Possibili In Caso Di Violazione
Se un testamento non rispetta i diritti dei legittimari, questi ultimi possono intraprendere azioni legali per far valere la loro quota di legittima. Le principali azioni legali che un legittimario può avviare sono:
Azione di Riduzione delle Disposizioni Testamentarie Lesive
Questa tipologia di azione si applica quando il testamento del defunto non rispetta la quota di legittima. Il legittimario che ritiene di aver subito una lesione nei propri diritti, a causa di disposizioni testamentarie che gli sottraggono la parte dell’eredità che gli spetta, può impugnare tali disposizioni in giudizio.
L’azione di riduzione è disciplinata dagli articoli 554 e 558 del Codice Civile. Secondo l’articolo 554, se il testamento dispone in modo lesivo dei diritti dei legittimari, questi hanno il diritto di chiedere la riduzione delle disposizioni testamentarie che violano i diritti di legittima. L’articolo 558 specifica che la riduzione delle disposizioni testamentarie avviene in modo proporzionale.
Art. 554 Codice Civile – Riduzione delle disposizioni testamentarie
Le disposizioni testamentarie eccedenti la quota di cui il defunto poteva disporre sono soggette a riduzione nei limiti della quota medesima.
L’azione di riduzione delle disposizioni testamentarie si applica anche nel caso in cui ci siano legati (beni o somme specifiche lasciate in eredità a determinate persone), che possono ridursi per restituire la quota di legittima al legittimario.
Azione di Riduzione delle Donazioni Lesive
Un altro caso di azione di riduzione riguarda le donazioni fatte dal defunto. Se il defunto ha fatto donazioni che superano la quota disponibile (cioè la parte di eredità che il testatore può disporre liberamente), e tale atto danneggia la quota di legittima degli eredi, questi ultimi hanno diritto a chiedere la riduzione delle donazioni.
Art. 555 Codice Civile – Riduzione delle donazioni
Le donazioni, il cui valore eccede la quota della quale il defunto poteva disporre, sono soggette a riduzione fino alla quota medesima.
Le donazioni non si riducono se non dopo esaurito il valore dei beni di cui è stato disposto per testamento.
Nello specifico l’articolo 559 del Codice Civile stabilisce che le donazioni siano ridotte partendo da quelle più recenti, fino a quelle più lontane nel tempo, fino a che non venga ripristinato il diritto di legittima. Se il patrimonio non è sufficiente a soddisfare la legittima, la riduzione delle donazioni è subordinata alla capienza del patrimonio ereditario. In pratica, la donazione viene ridotta solo se il patrimonio complessivo non è sufficiente a soddisfare i diritti dei legittimari.
Azione di Riduzione Proporzionale
L’azione di riduzione proporzionale si applica quando il legittimario è leso nella sua quota di legittima, ma la violazione non è totale. In tal caso, la riduzione non avverrà in modo assoluto, ma proporzionale, ossia in relazione alla lesione subita. Ad esempio, se un testamento lascia una parte dell’eredità a una persona diversa da un legittimario, ma tale parte non supera la quota di legittima, l’erede leso potrà chiedere che la disposizione venga ridotta in modo tale da ripristinare la sua quota.
Azione di Riduzione a Fronte di Donazioni a Terzi
L’azione di riduzione si applica anche nel caso in cui il defunto abbia donato beni a terzi che non sono legittimari, e tali donazioni abbiano ridotto la parte di eredità spettante ai legittimari. In questo caso, l’erede leso può agire contro i donatari o contro i successivi acquirenti dei beni donati, per far valere il proprio diritto alla quota di legittima. In particolare, l’articolo 563 del Codice Civile consente l’azione di riduzione contro i terzi acquirenti di beni donati, purché non siano trascorsi più di venti anni dalla trascrizione della donazione.
Azione di Riduzione In caso di Successione Legittima
Quando il testatore non ha lasciato un testamento, si parla di successione legittima. In questo caso, l’azione di riduzione può non essere necessaria, in quanto il patrimonio viene suddiviso secondo le quote stabilite dalla legge, senza necessità di un intervento giudiziario. Tuttavia, qualora esista un testamento che vada a violare i diritti di legittima, l’azione di riduzione si applicherà in relazione alla parte non rispettata della quota di legittima. In altre parole, se il patrimonio non è sufficiente a soddisfare i diritti di legittima, l’azione di riduzione diventerà fondamentale per ripristinare l’equilibrio previsto dalla legge.
L’Impugnazione Del Testamento
In alcuni casi, un legittimario potrebbe considerare di impugnare il testamento per invalidarlo completamente. Questo può accadere se il testamento è stato redatto sotto minaccia, coazione o in uno stato di incapacità mentale del testatore. Se si dimostra che il testamento è stato redatto in violazione delle norme legali o per motivi non legittimi, il testamento potrebbe essere considerato nullo.
Come Recuperare La Quota Di Legittima Lesa?
Se un legittimario si accorge che la sua quota di legittima è stata lesa da disposizioni testamentarie o donazioni effettuate dal defunto, la legge gli offre specifici strumenti per ottenere la reintegrazione della sua quota. Le azioni principali per recuperare la legittima sono l’azione di riduzione e l’azione di restituzione.
L’Azione di Riduzione
L’azione di riduzione è il principale strumento riconosciuto ai legittimari per recuperare la quota di eredità che la legge riserva loro.
Può essere esercitata solo dai legittimari o dai loro eredi e aventi causa.
Serve a rendere inefficaci le disposizioni testamentarie o le donazioni che hanno leso la quota di legittima.
La riduzione avviene in un ordine preciso: prima sulle disposizioni testamentarie, poi sulle donazioni fatte in vita dal defunto.
Il termine di prescrizione per l’azione di riduzione è di dieci anni, con decorrenza dalla data di apertura della successione o, per le disposizioni testamentarie, dall’accettazione dell’eredità da parte del chiamato.
Se il giudice accoglie la richiesta, le disposizioni lesive vengono ridotte in modo da reintegrare il legittimario nella quota di eredità spettante per legge.
L’Azione di Restituzione
Una volta ottenuta la riduzione, se i beni che spettano al legittimario sono in possesso di altri soggetti (donatari o legatari), si può agire con l’azione di restituzione per recuperarli.
Si distinguono due tipi di azione di restituzione:
Contro il donatario o il legatario: il legittimario chiede direttamente la restituzione del bene che è stato attribuito con testamento o donato in vita dal defunto.
Contro i terzi aventi causa dal donatario: se il bene donato è stato venduto a terzi, il legittimario può richiederne la restituzione solo se la donazione è stata trascritta nei venti anni precedenti l’azione.
L’articolo 563 del Codice Civile prevede che, prima di agire contro il terzo acquirente, il legittimario deve tentare di soddisfarsi sui beni ancora in possesso del donatario.
La Mediazione Obbligatoria
Prima di poter avviare un giudizio per l’azione di riduzione, la legge impone un tentativo di mediazione obbligatoria (art. 5, comma 1-bis, D.Lgs. 28/2010). Questo significa che il legittimario leso deve prima cercare una soluzione extragiudiziale con gli altri eredi, con l’assistenza di un mediatore riconosciuto dal Ministero della Giustizia.
Se la mediazione fallisce, il legittimario può procedere in tribunale.
Quando Rivolgersi A Un Avvocato Per Difendere I Propri Diritti?
Se sospetti che un testamento non rispetti la legittima, è fondamentale agire rapidamente per difendere i tuoi diritti. Ogni caso di successione presenta particolarità che richiedono una strategia legale adeguata.
Uno studio legale specializzato in diritto successorio può aiutarti a:
Verificare se il testamento lede la tua quota di legittima
Presentare un’azione di riduzione nei tempi previsti
Recuperare i beni o il denaro spettante attraverso una strategia mirata
Contattaci oggi stesso per una consulenza personalizzata e scopri come possiamo tutelare i tuoi diritti ereditari. Offriamo anche consulenze in video-call, per fornirti supporto ovunque ti trovi.
FAQ Testamento e Legittima: Diritti e Azioni Legali
1. Il testamento può essere contestato se viola la legittima?
Sì, se il testamento non rispetta la quota di legittima, gli eredi legittimari possono impugnarlo con un’azione di riduzione per ottenere la parte di eredità che spetta loro per legge.
2. Chi sono gli eredi legittimari?
Gli eredi legittimari sono il coniuge, i figli e, in assenza di questi, i genitori del defunto. La legge garantisce loro una quota minima dell’eredità, anche contro la volontà del testatore.
3. Cosa succede se un testamento esclude un erede legittimario?
Se un testamento esclude un erede legittimario, quest’ultimo può avviare un’azione di riduzione per far annullare le disposizioni lesive e recuperare la sua quota di eredità.
4. Come si calcola la quota di legittima?
La quota di legittima varia in base agli eredi presenti. Ad esempio, se ci sono figli, spetta loro almeno due terzi dell’eredità; al coniuge spetta almeno un terzo, salvo diverse combinazioni previste dalla legge.
5. È possibile impugnare una donazione che lede la legittima?
Sì, le donazioni fatte in vita dal defunto possono essere ridotte se compromettono la quota di legittima degli eredi. L’azione di riduzione può essere avviata dai legittimari danneggiati.
6. Qual è il termine per impugnare un testamento lesivo della legittima?
L’azione di riduzione deve essere esercitata entro 10 anni dall’apertura della successione o dall’accettazione dell’eredità da parte del chiamato.
7. Cosa fare se il bene donato è stato venduto a terzi?
Se un bene donato è stato venduto a terzi, il legittimario può chiederne la restituzione se non sono trascorsi più di 20 anni dalla trascrizione della donazione.
8. La mediazione è obbligatoria prima di agire in tribunale?
Sì, prima di presentare un’azione di riduzione, è obbligatorio tentare una mediazione con gli altri eredi, come previsto dalla legge (D.Lgs. 28/2010).
9. Quando rivolgersi a un avvocato per difendere la propria quota di legittima?
È consigliabile rivolgersi a un avvocato non appena si sospetta una lesione della legittima, per valutare le azioni legali più opportune e rispettare i termini previsti dalla legge.