PILLOLE di DIRITTO - Pubblicazioni

Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Ho Diritto di Sapere Quanto Il Coniuge Ha Sul Conto Corrente? Cosa dice la Legge

Indice

Ho Diritto di Sapere Quanto Il Coniuge Ha Sul Conto Corrente

Diritto di conoscere il saldo del conto corrente del coniuge

In generale, no, non hai diritto di sapere quanto denaro il tuo coniuge ha sul suo conto corrente, poiché la privacy bancaria è protetta dalla legge, anche tra coniugi. Tuttavia, esistono delle eccezioni in caso di separazione o divorzio.

Ad esempio, se durante una separazione, Laura sospetta che Marco stia nascondendo risorse economiche per evitare di contribuire adeguatamente al mantenimento della famiglia, può richiedere l’accesso alle informazioni bancarie attraverso un provvedimento del giudice. In questi casi, il giudice può ordinare che vengano forniti estratti conto e altre informazioni finanziarie per garantire una giusta divisione dei beni e un mantenimento equo.

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Quando È Possibile Richiedere Le Informazioni Bancarie Del Coniuge

In caso di separazione o divorzio, il coniuge che ritiene di avere diritto a informazioni sui fondi bancari dell’altro può fare una richiesta al giudice. In queste situazioni, il giudice, nell’ambito del procedimento, può ordinare la consegna di estratti conto bancari o altre informazioni relative ai conti correnti. Tale richiesta ha lo scopo di valutare la situazione patrimoniale complessiva dei coniugi, per decidere equamente la divisione dei beni e determinare i provvedimenti necessari, come ad esempio l’assegnazione del mantenimento.

La privacy bancaria viene quindi bilanciata con il diritto alla trasparenza economica tra i coniugi, essenziale per una gestione equa del patrimonio comune. Questo significa che, in determinate circostanze, la protezione del conto corrente cede il passo alla necessità di una corretta valutazione del patrimonio familiare, che includa anche i beni eventualmente nascosti o non dichiarati.

In sede giudiziale: poteri ampi per il giudice

Se è pendente un procedimento (ad esempio di separazione o divorzio), il giudice ha poteri istruttori molto ampi:

  • Indagini patrimoniali tramite la polizia tributaria: è la misura ordinaria per ricostruire la capacità economica delle parti.

  • Ordini di esibizione ex art. 210 c.p.c.: il giudice può ordinare a terzi (banche, datori di lavoro, pubbliche amministrazioni) di fornire documenti rilevanti.

  • Accesso telematico alle banche dati: grazie all’art. 492 bis c.p.c., il giudice può autorizzare ricerche nell’Anagrafe tributaria e nell’archivio dei rapporti finanziari.

Tali strumenti consentono, in sostanza, di ricostruire un quadro economico anche molto articolato, senza che la controparte possa opporre un generico diritto alla riservatezza.

Anagrafe Tributaria: Un’Altra Via Per Ottenere Informazioni sul Coniuge

Oltre alla richiesta diretta al giudice, esiste la possibilità di richiedere informazioni sui conti correnti del coniuge all’Agenzia delle Entrate, attraverso un apposito procedimento. Questo avviene quando le informazioni bancarie sono di interesse per la valutazione fiscale del patrimonio coniugale.

Prima del 2014, era prassi pacifica che si potessero richiedere direttamente ad Agenzia delle Entrate e ad altri enti pubblici informazioni sui redditi o sui patrimoni del partner, sulla base del diritto di accesso ai documenti amministrativi (L. 241/1990).

Dal 2014 in poi, con il D.L. 132/2014 convertito nella L. 162/2014, il quadro si è complicato:

  • Una parte della giurisprudenza e l’Agenzia delle Entrate ritengono che l’accesso debba avvenire solo su autorizzazione giudiziale.

  • Un’altra parte della giurisprudenza (prevalente) sostiene invece che il diritto di accesso ai documenti amministrativi non sia stato abrogato, ma solo affiancato da strumenti più incisivi a disposizione del giudice.

Il Diritto di Accesso alla Documentazione Tributaria

Secondo la normativa vigente, il coniuge in fase di separazione o divorzio ha il diritto di accedere ai documenti fiscali, patrimoniali e finanziari conservati nell’anagrafe tributaria, inclusi i dati relativi ai conti correnti bancari. Questo diritto di accesso è esercitabile anche senza il bisogno di un’autorizzazione preventiva da parte del giudice, contrariamente a quanto stabilito in passato.

Il Consiglio di Stato, con le sentenze n. 5344 e 5347 del 2019, ha confermato che l’accesso ai dati fiscali, patrimoniali e finanziari dell’altro coniuge è legittimo, nell’ambito di una separazione o divorzio, in quanto necessario per tutelare i diritti del coniuge che sta affrontando il contenzioso legale.

Accesso ai dati patrimoniali dell’ex coniuge: la svolta dell’Adunanza Plenaria n. 19/2020

La questione relativa alla possibilità di conoscere la situazione patrimoniale e reddituale dell’ex coniuge, specie in pendenza di procedimenti di separazione o divorzio, ha trovato un punto fermo grazie alla sentenza n. 19/2020 dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato.

Con essa si è posto fine a un contrasto giurisprudenziale che durava da anni, stabilendo un principio fondamentale: il diritto di accesso ai documenti fiscali e patrimoniali detenuti dalla pubblica amministrazione è legittimo e non subordinato all’autorizzazione preventiva del giudice civile.

Secondo l’Adunanza Plenaria, il diritto di accesso è subordinato alla dimostrazione di un interesse qualificato, concreto e attuale, connesso alla tutela dei propri diritti in sede giudiziaria. Non si tratta, dunque, di un diritto indiscriminato, bensì strettamente funzionale alla salvaguardia degli interessi giuridici coinvolti.

Esempio pratico:

  • Una moglie può richiedere le dichiarazioni dei redditi dell’ex marito per verificare l’adeguatezza dell’assegno di mantenimento stabilito.

  • Analogamente, un ex marito può ottenere informazioni sui movimenti bancari della ex moglie per proporre la revisione delle condizioni economiche stabilite in sede di divorzio.

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FAQ – Accesso al conto corrente del coniuge in caso di separazione o divorzio

1. Ho diritto di sapere quanto denaro ha mio marito o mia moglie sul conto corrente?

No, in generale non hai diritto di conoscere il saldo del conto corrente del tuo coniuge per via della privacy bancaria, salvo casi legali specifici.

2. Quando posso ottenere informazioni sul conto corrente del mio coniuge?

Puoi ottenerle durante un procedimento di separazione o divorzio, tramite ordine del giudice se rilevanti per la divisione dei beni o il mantenimento.

3. Il giudice può ordinare alla banca di fornire gli estratti conto del coniuge?

Sì, il giudice può ordinare la consegna di documenti bancari se necessari per valutare la situazione patrimoniale durante una causa di separazione o divorzio.

4. Posso accedere all’anagrafe tributaria del mio coniuge?

Sì, puoi accedere ai dati dell’anagrafe tributaria se dimostri un interesse giuridico concreto, anche senza autorizzazione preventiva del giudice.

5. Posso chiedere direttamente all’Agenzia delle Entrate i dati del mio ex coniuge?

Sì, ma solo se hai un interesse qualificato legato a un procedimento legale. Alcune sentenze consentono l’accesso anche senza autorizzazione giudiziaria.

6. Quali strumenti ha il giudice per indagare sul patrimonio del coniuge?

Il giudice può usare indagini della polizia tributaria, ordini di esibizione a banche e accesso telematico alle banche dati tramite art. 492 bis c.p.c.

7. Cosa ha stabilito la sentenza n. 19/2020 dell’Adunanza Plenaria?

Ha confermato che il coniuge ha diritto di accesso ai documenti fiscali e patrimoniali detenuti dalla pubblica amministrazione, anche senza previa autorizzazione del giudice.

8. Posso usare i dati bancari dell’ex coniuge per chiedere la revisione dell’assegno?

Sì, puoi farlo se dimostri che i nuovi dati patrimoniali incidono sulle condizioni economiche definite nel divorzio.

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