PILLOLE di DIRITTO - Pubblicazioni

Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Quando Si Perde Il Diritto Alla Legittima: Cosa dice la Legge

Indice

 

quando si perde il diritto alla legittima?

Il diritto alla legittima è uno degli aspetti fondamentali della successione ereditaria, ma può capitare che una persona lo perda. In Italia, la legittima rappresenta una quota dell’eredità che spetta ai familiari più stretti, anche se il testatore desidera destinare i suoi beni a persone diverse.

Tuttavia, esistono dei casi specifici in cui si perde questo diritto, come ad esempio a causa di comportamenti contrari agli obblighi familiari. Un esempio concreto potrebbe essere quello di un figlio che, nonostante abbia diritto alla legittima, perde tale diritto a causa di un comportamento riprovevole verso il genitore, come un abbandono o maltrattamenti.

Se ti stai chiedendo quando si perde il diritto alla legittima, sei nel posto giusto. In questo articolo, ti fornirò tutte le informazioni necessarie per comprendere come può essere perso e come agire legalmente in caso di dubbio. Se hai bisogno di chiarimenti, non esitare a contattare il nostro studio legale per una consulenza approfondita, anche tramite video-call. Scopri di più su come ti possiamo aiutare con il nostro servizio di consulenza legale online.

Cos’è Il Diritto Alla Legittima?

Il diritto alla legittima è una protezione legale che garantisce a determinati familiari una parte dell’eredità, anche se il testatore decide di escluderli dal suo testamento. In Italia, la legittima si applica a coniugi, figli e, in assenza di questi, ai genitori. È importante notare che questa quota è stabilita per legge e non può essere liberamente modificata attraverso il testamento.

Chi Ha Diritto Alla Legittima?

  • Coniuge: Il coniuge superstite ha diritto alla legittima se non è stato diseredato dal defunto.

  • Figli: I figli legittimi, naturali o adottivi, hanno diritto alla legittima.

  • Genitori: Se non ci sono figli, i genitori hanno diritto alla legittima.

Il valore della legittima dipende dal numero di eredi e può variare, ma rappresenta sempre una parte fondamentale dell’eredità.

Quando Si Perde Il Diritto Alla Legittima?

La perdita del diritto alla legittima è un evento che può verificarsi solo in circostanze specifiche e ben definite dalla legge. Non basta un semplice litigio familiare o una decisione arbitraria del testatore: devono esserci motivazioni gravi e fondate. In questa sezione analizziamo le principali cause che possono portare alla perdita della quota di legittima, fornendo esempi concreti e soluzioni pratiche per chi si trova in questa situazione.

Diseredazione: Quando È Possibile Escludere Un Erede?

La diseredazione è uno dei casi più comuni in cui un soggetto perde il diritto alla legittima. Tuttavia, in Italia, la legge non permette di escludere un erede legittimario senza una motivazione valida. Secondo l’articolo 463 del Codice Civile, l’erede può essere dichiarato indegno di succedere se ha commesso atti gravi nei confronti del defunto o della sua famiglia.

Le principali cause di diseredazione includono:

  • Omicidio o tentato omicidio del testatore o di un suo familiare stretto.

  • Accuse false e calunniose contro il testatore per reati gravi.

  • Violenza fisica o morale ai danni del defunto per forzarlo a redigere o modificare il testamento.

  • Falsificazione del testamento o distruzione dolosa dello stesso.

Esempio pratico di diseredazione

Se un figlio minaccia il genitore per costringerlo a modificare il testamento in suo favore e questo comportamento viene provato, il figlio può essere escluso dall’eredità per indegnità successoria. In questo caso, la sua quota di legittima viene completamente annullata.

Cosa Significa Essere Indegni A Succedere

L’indegnità a succedere è una sanzione di natura civilistica applicata a un erede che ha commesso determinate condotte gravi, elencate nell’articolo 463 del Codice Civile. Questi comportamenti, spesso illeciti e talvolta rilevanti anche penalmente, rendono l’erede non meritevole di ricevere i beni del defunto.

Si distingue dalla diseredazione, poiché in quest’ultima è il testatore a escludere volontariamente un soggetto dall’eredità, mentre l’indegnità è una misura prevista dalla legge. Secondo l’interpretazione prevalente, l’erede dichiarato indegno mantiene comunque la capacità giuridica di succedere, risultando formalmente idoneo a ricevere l’eredità.

Affinché l’indegnità produca effetti, è necessaria una dichiarazione del giudice, che avviene mediante sentenza costitutiva. Fino a tale pronuncia, l’erede indegno resta chiamato all’eredità e mantiene i diritti successori.

Il Coniuge Divorziato: Ha Ancora Diritto Alla Legittima?

L’ex coniuge divorziato non è legittimario, in quanto il divorzio pone fine ai diritti successori tra i coniugi. Tuttavia, in alcuni casi può avere diritto a una quota del trattamento di fine rapporto (TFR) dell’ex coniuge deceduto, come stabilito dall’articolo 12-bis della legge sul divorzio.

Diversa è la situazione del coniuge separato, che conserva gli stessi diritti del coniuge non separato, a meno che la separazione gli sia stata addebitata (articolo 585 c.c.). In tal caso, perde il diritto alla legittima.

Esempio di perdita della legittima per separazione con addebito

Se un marito ha ottenuto la separazione con addebito alla moglie per colpa di un suo comportamento grave (ad esempio, tradimento o abbandono del tetto coniugale), la moglie perderà ogni diritto alla quota di legittima.

Unioni Civili E Convivenze: Cosa Cambia?

Il diritto successorio per unioni civili e convivenze è regolato in modo diverso rispetto al matrimonio. Mentre nelle unioni civili esistono diritti ereditari simili a quelli dei coniugi sposati, nel caso della convivenza di fatto il partner superstite non ha alcuna tutela automatica.

Unioni Civili: Diritti E Limitazioni Successorie

Le unioni civili, regolate dalla Legge Cirinnà (Legge n. 76/2016), attribuiscono ai partner gli stessi diritti successori dei coniugi sposati. Pertanto, il partner superstite ha diritto:

  • Alla quota di legittima, se l’unito civilmente è un erede legittimario.

  • Alla quota disponibile lasciata per testamento.

Se l’unione civile viene sciolta, i diritti successori cessano completamente. A differenza del matrimonio, non esiste la fase di separazione: lo scioglimento è immediato e comporta la perdita automatica dei diritti ereditari.

Convivenza Di Fatto: Nessun Diritto Successorio

I conviventi di fatto, anche se hanno registrato la convivenza presso il Comune o hanno sottoscritto un contratto di convivenza, non hanno alcun diritto successorio automatico. Questo significa che, alla morte di uno dei due:

  • Il partner superstite non eredita nulla se non esiste un testamento.

  • Non ha diritto alla quota di legittima, poiché non è considerato un erede legittimario.

  • Non ha diritti di abitazione sulla casa comune, a meno che non fosse cointestatario dell’immobile.

Per garantire al proprio convivente una protezione patrimoniale in caso di decesso, è possibile:

    • Redigere un testamento, rispettando i limiti della quota disponibile.

    • Intestare beni in comunione o donare beni in vita.

    • Sottoscrivere una polizza vita a favore del partner.

Prescrizione Del Diritto Di Accettare E Rinuncia All’Eredità

Secondo l’articolo 480 del Codice Civile, l’erede ha un periodo di dieci anni dalla morte del defunto per decidere se accettare l’eredità. Durante questo periodo, l’erede può scegliere liberamente se accettare l’eredità, con o senza beneficio di inventario, o se rifiutarla. La prescrizione significa che se l’erede non compie alcun atto esplicito di accettazione entro il termine di dieci anni, il diritto di accettare l’eredità si estingue. Di conseguenza, l’eredità non potrà più essere accettata e l’erede perderà ogni diritto sui beni del defunto.

Rinuncia All’Eredità

La rinuncia all’eredità è l’atto con cui l’erede esprime la volontà di non accettare i beni e i debiti lasciati dal defunto. La rinuncia deve avvenire in forma scritta e deve essere fatta in un atto pubblico, di solito davanti al notaio. 

Se inizialmente rinuncia all’eredità può cambiare idea ed accettare, purché nel frattempo un altro non abbia accettato al posto suo (art. 525 c.c.).

L’erede può rinunciare all’eredità in qualsiasi momento, purché lo faccia prima di aver compiuto atti che dimostrino l’accettazione dell’eredità. Se, ad esempio, l’erede inizia a gestire i beni del defunto o paga i debiti, questi atti possono essere interpretati come una accettazione tacita, rendendo impossibile la successiva rinuncia.

Il Legato In Sostituzione Di Legittima

Il legato in sostituzione di legittima è uno strumento utilizzato dal testatore per limitare i diritti di un legittimario (ovvero un soggetto che, per legge, ha diritto a una parte dell’eredità). Con il legato in sostituzione di legittima, il testatore assegna un bene specifico al legittimario al posto della sua quota ereditaria. In altre parole, invece di ricevere una parte dell’intero patrimonio ereditario, il legittimario riceve un bene determinato (come una somma di denaro, un immobile o altro).

Effetti Del Legato In Sostituzione Di Legittima

Quando un legittimario riceve un legato in sostituzione di legittima, accetta una modifica dei propri diritti successori. In pratica, accettando il legato, il legittimario rinuncia a ricevere la quota di legittima, ossia quella parte di eredità che gli sarebbe spettata secondo la legge. La rinuncia alla quota di legittima implica che non avrà diritto a nessun altro bene che faccia parte dell’eredità, ma solo al bene specificamente destinato dal testatore.

Nel caso in cui il legittimario non desideri accettare il legato in sostituzione di legittima, ha la facoltà di rifiutarlo. Se il legittimario rifiuta il legato, il suo diritto alla legittima non viene meno. In tal caso, potrà ancora chiedere la parte dell’eredità che gli sarebbe spettata secondo la legge, cioè la sua quota di legittima, come se il testatore non avesse previsto il legato in sostituzione.

Esempio Pratico

Supponiamo che un testatore abbia due figli. Uno dei figli ha diritto a una quota di legittima, pari a un terzo dell’eredità. Tuttavia, il testatore decide di attribuire a questo figlio un immobile specifico in sostituzione della quota ereditaria. Se il figlio accetta il legato dell’immobile, perderà il diritto a ricevere un terzo dell’intera eredità. Tuttavia, se rifiuta l’immobile, avrà diritto a ricevere un terzo dell’intera eredità in base alla quota legittima prevista dalla legge.

Le Donazioni Ricevute In Vita: Possono Influire Sulla Legittima?

Quando un legittimario riceve una donazione in vita, tale somma o bene viene calcolato come se fosse già stato parte dell’eredità del defunto. In altre parole, se un figlio riceve una somma di denaro o un bene durante la vita del genitore, questa donazione andrà a ridurre l’importo che tale figlio potrà ricevere in qualità di legittimario, ovvero in qualità di erede a cui la legge riserva una parte dell’eredità.

Esempio Pratico: Se un figlio riceve una donazione di 100.000 euro e la sua quota di legittima è pari a 150.000 euro, la donazione di 100.000 euro ridurrà l’importo che il figlio potrà reclamare dalla successione. In questo caso, il figlio avrà diritto a 50.000 euro dalla successione, poiché ha già ricevuto una parte dei beni sotto forma di donazione.

La Dispensa Del Beneficiario Dal Computo Della Donazione

Il testatore può decidere di dispensare il beneficiario dal calcolo della donazione ricevuta in vita, ovvero può stabilire che tale donazione non vada a ridurre la quota di legittima che il legittimario ha diritto a ricevere.

Tuttavia, questa dispensa è possibile solo se la donazione rientra nei limiti della quota disponibile, ossia la parte dell’eredità che il testatore può disporre liberamente (art. 737 c.c.). La quota disponibile è quella parte dell’eredità che resta dopo aver rispettato le quote legittime degli altri eredi.

Donazione Pari O Superiore Alla Quota Di Legittima

Se la donazione ricevuta da un legittimario è pari o superiore alla sua quota di legittima, questo legittimario non potrà più pretendere nulla dalla successione. In altre parole, se un figlio ha già ricevuto una donazione che equivale o supera la sua parte di legittima, egli non avrà diritto a una parte dell’eredità, poiché il testatore ha già soddisfatto la sua quota di legittima con la donazione.

Esempio Pratico: Se il figlio riceve una donazione di 200.000 euro, ma la sua quota di legittima è pari a 150.000 euro, la donazione supera la quota legittima, e quindi il figlio non avrà diritto a nulla dall’eredità. La donazione in questo caso compensa la parte che il figlio avrebbe dovuto ricevere dall’eredità.

Donazione Superiore Alla Quota Disponibile

Quando una donazione supera la quota disponibile del testatore, gli altri eredi possono richiedere la riduzione della donazione al fine di rispettare la quota di legittima degli altri legittimari. Questo è previsto dall’art. 560 c.c., che consente agli eredi legittimari di agire per ridurre le donazioni che eccedono la quota disponibile e quindi compromettono i loro diritti successori.

Esempio Pratico: Se un testatore ha deciso di donare 200.000 euro a un figlio, ma la sua quota disponibile è di soli 100.000 euro, gli altri eredi legittimari (come il coniuge o gli altri figli) possono chiedere la riduzione della donazione, in modo che la quota di legittima non venga lesa. La legge tutela, infatti, la legittima di tutti gli eredi legittimari, impedendo che una donazione faccia escludere uno di loro dal diritto ad ereditare.

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FAQ – Quando Si Perde Il Diritto Alla Legittima?

1. Quando si perde il diritto alla legittima?

Il diritto alla legittima si perde in caso di atti gravi, come diseredazione o indegnità a succedere, per comportamenti riprovevoli nei confronti del testatore o della sua famiglia.

2. Cos’è l’indegnità a succedere?

L’indegnità a succedere è una sanzione che esclude un erede dal ricevere l’eredità a causa di comportamenti gravi, come violenza o falsificazione del testamento, sanciti dal giudice.

3. Un figlio può perdere la legittima per diseredazione?

Sì, un figlio può perdere il diritto alla legittima se il testatore lo disereda per motivi validi, come abbandono, maltrattamenti o minacce nei confronti del genitore.

4. Un coniuge divorziato ha diritto alla legittima?

No, un coniuge divorziato non ha diritto alla legittima, a meno che non siano previsti altri accordi, come il trattamento di fine rapporto (TFR).

5. Cosa succede se un figlio riceve una donazione in vita?

Le donazioni in vita possono ridurre la parte di legittima che il figlio riceve dall’eredità. Se la donazione è pari o superiore alla legittima, il figlio non ha diritto ad altro.

6. Cos’è il legato in sostituzione di legittima?

Il legato in sostituzione di legittima è un bene specifico lasciato dal testatore a un legittimario al posto della sua quota di eredità, che può essere accettato o rifiutato.

7. Un convivente ha diritto alla legittima?

No, un convivente di fatto non ha diritto alla legittima, ma può essere protetto se il testatore lascia un testamento o altri strumenti legali.

8. Come posso proteggere il mio diritto alla legittima?

Per proteggere il tuo diritto alla legittima, puoi consultare un avvocato esperto in successioni che ti guiderà nelle azioni legali necessarie.

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