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PILLOLE di DIRITTO - Pubblicazioni

Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Avvocato per separazione con figli: tutto quello che devi sapere

Indice

Come gestire l’affidamento dei figli durante la separazione?

La gestione dell’affidamento dei figli durante la separazione è uno degli aspetti più delicati e complessi da affrontare, poiché coinvolge direttamente il benessere dei minori.

In tal casi, avere il supporto di un professionista qualificato fa la differenza. Vi segnaliamo un approfondimento relativo di approfondimento e orientamento nella scelta di un vostro fiduciario: avvocato per separazione.

Con la Legge n. 54/2006, il legislatore ha introdotto nel nostro ordinamento il principio dell’affidamento condiviso, basato sul diritto del figlio di mantenere rapporti equilibrati e continuativi con entrambi i genitori, indipendentemente dalla separazione.

Affidamento condiviso come regola generale

Secondo l’art. 337-ter del Codice Civile, l’affidamento condiviso è la norma di base in caso di separazione, salvo circostanze particolari che rendano necessario l’affidamento esclusivo.

Il giudice, infatti, può decidere per l’affidamento esclusivo solo se sussistono prove concrete che uno dei due genitori sia inidoneo a prendersi cura del figlio.

Un esempio emblematico di questa valutazione si ritrova nella sentenza della Corte di Cassazione n. 24683/2022, dove il giudice ha disposto l’affidamento esclusivo alla madre a causa dell’instabilità emotiva del padre, confermata da una perizia psicologica. In questo caso, è stato ritenuto che il padre non fosse in grado di garantire un ambiente sicuro e stabile per il figlio.

L’importanza dell’interesse superiore del minore

La tematica dell’affidamento gravita intorno la figura del minore ed ogni decisione sull’affidamento è collegata l’interesse superiore della prole. Ogni decisione presa dai giudici deve garantire il benessere e la crescita serena del bambino, anche quando i genitori si trovano in conflitto.

La giurisprudenza italiana ha più volte ribadito questo principio.

Nella sentenza n. 6040/2019 della Corte di Cassazione, ad esempio, il giudice ha sottolineato come l’affidamento condiviso debba essere disposto anche in presenza di conflitti tra i genitori, purché tali conflitti non mettano a rischio il benessere psicofisico del minore.

Come evitare conflitti nell’affidamento condiviso

Il primo consiglio da seguire è che per evitare conflitti e garantire una gestione serena dell’affidamento condiviso, è necessario adottare una pianificazione dettagliata dei tempi di permanenza del minore con ciascun genitore, definendo chiaramente i periodi di vacanza, i fine settimana e le festività.

In questo modo si riducono le occasioni di scontro e si garantisce una maggiore stabilità per il bambino.

Questo non significa che la calendarizzazione visite non possa essere modificato dalle pari su concorde volontà; ma bensì si sottolinea che garantire una stabilità nella calendarizzazione dara maggiore serenità e tranquillità anche ai vostri figli.

2. Qual è il ruolo del giudice nell’affidamento condiviso?

Il giudice è sostanzialmente un garante. La sua funzione nell’affidamento è quella di garantire il rispetto dei diritti dei minori e l’equilibrio tra le esigenze di entrambi i genitori.

Come detto, la legge italiana stabilisce che il giudice deve adottare decisioni che privilegiano l’affidamento condiviso, salvo situazioni particolari che possano compromettere il benessere del bambino.

I genitori devono mantenere una relazione attiva e significativa con il figlio, contribuendo in modo paritario alla sua crescita.

Tuttavia, non sempre questa è la soluzione preferita dai genitori, e spesso si assiste a contenziosi che necessitano dell’intervento del giudice.

Quando i genitori presentano richieste contrastanti riguardo all’affidamento, il giudice ha il compito di valutare vari fattori, tra cui:

  • La stabilità emotiva e finanziaria di ciascun genitore.
  • La disponibilità e la capacità di ciascun genitore di fornire un ambiente adeguato per il bambino.
  • Le esigenze e le preferenze del minore, in particolare se ha raggiunto un’età in cui può esprimere un parere.

Questi sono i criteri essenziali su cui il giudice emette una decisione che dovrà sempre prioritariamente considerare l’interesse superiore del minore.

La sentenza n. 24010/2021 della Corte di Cassazione ha affermato che il giudice deve tenere in considerazione le esigenze affettive e relazionali del bambino, che necessitano di un ambiente familiare equilibrato.

Il coinvolgimento di esperti

Spesso accade che il giudice decida di avvalersi della consulenza di esperti, come psicologi o assistenti sociali, per valutare le dinamiche familiari e l’impatto che una determinata decisione può avere sul minore.

Nella sentenza n. 16345/2020 della Corte di Cassazione, si è evidenziato come il giudice abbia richiesto una perizia psicologica per comprendere le necessità emotive del bambino e stabilire se l’affidamento condiviso fosse praticabile.

Come si stabilisce il mantenimento per i figli nella separazione?

Calcolare il mantenimento per i figli durante una separazione è una delle questioni più delicate da affrontare.

Non esiste una tabella a norma di legge. Esistono diverse prassi utilizzate nei vari Tribunali ma in ultima istanza sarà sempre il Giudice a ponderare la situazione in concreto e determinare il quantum dell’assegno di mantenimento.

La legge italiana prevede che i genitori abbiano l’obbligo di mantenere i propri figli, contribuendo così al loro sostentamento e al loro benessere.

Il principio di proporzionalità

L’art. 337-ter del Codice Civile stabilisce che il contributo al mantenimento deve essere proporzionato alle necessità del minore e alle possibilità economiche dei genitori.

La sentenza n. 5323/2018 della Corte di Cassazione ha affermato che il mantenimento deve riflettere il tenore di vita che il bambino avrebbe avuto se i genitori non si fossero separati. Questo significa che il giudice deve analizzare le spese ordinarie e straordinarie necessarie per il bambino, come:

  • Spese per alimenti;
  • Spese per istruzione e attività extrascolastiche;
  • Spese mediche e sanitarie.

In alcuni casi, il giudice può richiedere una perizia economica per valutare con precisione le capacità economiche di ciascun genitore. Difatti il mantenimento deve essere adeguato non solo alle necessità del minore, ma anche alla situazione economica complessiva dei genitori.

Oltre al mantenimento ordinario sono da considerarsi anche le spese straordinarie. Tipiche spese straordinarie sono: le spese per attività sportive, culturali e ricreative, nonché quelle mediche non coperte dal Servizio Sanitario Nazionale.

La sentenza n. 14321/2021 della Corte di Cassazione ha chiarito che entrambe le parti devono contribuire a queste spese in modo equo, stabilendo che, in caso di controversie, il giudice dovrà valutare le esigenze specifiche del minore e le disponibilità economiche dei genitori.

Possiamo sintetizzare alcuni punti chiave:

  • Il mantenimento deve essere proporzionato alle necessità del minore e alle capacità economiche dei genitori.
  • Le perizie economiche possono essere richieste per valutare la situazione finanziaria.
  • L’assegno di mantenimento deve garantire il tenore di vita abituale del minore.
  • Spese straordinarie devono essere suddivise equamente tra i genitori.
  • L’assegno di mantenimento può essere soggetto a revisione in caso di cambiamenti economici significativi.

Si comprende pertanto che stabilire il mantenimento per i figli nella separazione richiede un’analisi approfondita delle esigenze del minore e delle capacità economiche di entrambi i genitori.

Cosa succede se un genitore non rispetta le decisioni sull’affidamento?

Quando un genitore non rispetta le disposizioni stabilite dal giudice riguardo all’affidamento e alla visita, possono sorgere una serie di problemi legali e pratici.

In caso di violazione delle decisioni sull’affidamento, il genitore che subisce il danno può rivolgersi al tribunale per richiedere un intervento.

La sentenza n. 19928/2015 della Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di inadempimento da parte di uno dei genitori, il giudice può adottare misure correttive per garantire il rispetto degli accordi presi. Questo può includere la modifica delle condizioni di affidamento o la sospensione dei diritti di visita. Si legge:

“il rispetto delle disposizioni relative all’affidamento dei figli non è solo un obbligo giuridico, ma un dovere morale da parte di entrambi i genitori, finalizzato al benessere del minore.”

Se un genitore continua a non rispettare le decisioni del giudice, potrebbe affrontare gravi conseguenze legali ed anche penali.

La sentenza n. 4537/2019 della Corte di Cassazione evidenzia che l’inadempimento persistente delle disposizioni sull’affidamento può portare a sanzioni, come la revoca dell’affidamento. La Corte scrive:

“La violazione delle disposizioni sull’affidamento può compromettere gravemente i legami affettivi tra il minore e il genitore che rispetta le decisioni, giustificando così interventi correttivi da parte del giudice.”

Possibili conseguenze per il genitore inadempiente

In questi casi, il giudice può decidere di:

  • Modificare le condizioni di affidamento, passando ad un affidamento esclusivo se necessario.
  • Disporre un programma di recupero per il genitore inadempiente, per favorire una corretta relazione con il minore.
  • Imporre sanzioni economiche per il genitore che non rispetta gli accordi.

È evidente inoltre che il non rispetto delle decisioni sull’affidamento non solo crea tensione tra i genitori, ma può anche avere un impatto negativo sul benessere del minore.

È essenziale agire tempestivamente e con l’assistenza di un avvocato esperto in diritto di famiglia per garantire che i diritti del minore siano sempre al primo posto.

Mediazione familiare: è utile nella separazione con figli?

La mediazione familiare è uno strumento prezioso per gestire le controversie tra genitori in fase di separazione, specialmente quando ci sono figli coinvolti.

Questo approccio mira a facilitare la comunicazione e a trovare un accordo che soddisfi entrambe le parti, minimizzando il conflitto e tutelando l’interesse del minore.

La mediazione può portare diversi vantaggi, tra cui:

  • Riduzione del conflitto: aiuta i genitori a comunicare in modo più efficace, riducendo le tensioni e i conflitti che possono influenzare negativamente i bambini;
  • Maggiore flessibilità: i genitori hanno l’opportunità di creare accordi su misura che rispondano alle esigenze specifiche della loro famiglia, a differenza delle decisioni imposte da un giudice;
  • Tutela del benessere del minore: la mediazione si concentra sull’interesse del minore, permettendo ai genitori di collaborare per prendere decisioni migliori per il loro futuro.

Anche la giurisprudenza ha riconosciuto in più circostanze l’importanza della mediazione familiare. La Cassazione (sentenza n. 16012/2016) afferma:

“la mediazione rappresenta un metodo preferibile per risolvere le controversie in ambito familiare, consentendo una maggiore partecipazione delle parti nella definizione degli accordi”

Questa sentenza ha sottolineato come la mediazione non solo possa facilitare la risoluzione delle controversie, ma anche promuovere una cultura di cooperazione tra i genitori.

Quando considerare la mediazione?

La mediazione familiare può essere particolarmente utile nei seguenti casi:

  • Divergenze su questioni di affidamento e visita: quando i genitori non riescono a trovare un accordo su come gestire il tempo trascorso con i figli;
  • Conflitti finanziari: quando ci sono disaccordi sulle spese per il mantenimento dei figli;
  • Volontà di mantenere una relazione collaborativa: quando i genitori desiderano continuare a comunicare in modo efficace per il bene dei loro figli.

La mediazione familiare si presenta come un valido strumento per affrontare le sfide della separazione, specialmente quando ci sono figli coinvolti. La giurisprudenza sostiene l’importanza di questo approccio, evidenziando come possa contribuire a soluzioni più armoniose e orientate al benessere del minore.

Rivolgersi a un avvocato esperto in mediazione familiare può facilitare l’accesso a questo processo e aiutare i genitori a navigare le complessità della separazione in modo costruttivo.

Come tutelare l’interesse del minore nella separazione dei genitori?

La Convenzione sui Diritti dell’Infanzia, ratificata dall’Italia, afferma che l’interesse del bambino deve essere la considerazione primaria in tutte le azioni riguardanti i minori.

In particolare, l’articolo 3 sottolinea che

“in tutte le decisioni che riguardano i bambini, siano esse compiute da istituzioni pubbliche o private, il loro interesse superiore deve essere una priorità”

Ogni decisione riguardante l’affidamento deve prendere in considerazione il rapporto affettivo esistente tra il minore e ciascuno dei genitori, assicurando che non si verifichino rotture nel legame parentale.

Strumenti per la tutela dell’interesse del minore

Esistono diversi strumenti che i genitori possono utilizzare per garantire che l’interesse del minore sia sempre al primo posto:

  • Accordi di affidamento chiari: è fondamentale stipulare accordi chiari e dettagliati riguardanti l’affidamento e le visite, che considerino le esigenze e le preferenze del minore;
  • Mediazione familiare: utilizzare la mediazione può aiutare i genitori a trovare soluzioni pacifiche e collaborative che rispettino i diritti e le necessità dei figli;
  • Supporto legale: rivolgersi a un avvocato esperto in diritto di famiglia può fornire la guida necessaria per navigare le complessità legali e per garantire che le decisioni siano in linea con l’interesse del minore.

Affidarsi a professionisti esperti può fare la differenza nel garantire che le decisioni prese siano sempre orientate verso il miglior interesse del minore, evitando conflitti e garantendo un ambiente sereno per il suo sviluppo.

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