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Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Impugnazione Testamento per IncapacitĂ  di Intendere e Volere: Guida Legale

Indice

Successione con erede incapace di intendere e volere

L’impugnazione testamento per incapacitĂ  di intendere e volere è un procedimento legale che consente di contestare la validitĂ  di un testamento quando si ritiene che il testatore non fosse nelle condizioni di comprendere o di volere le proprie azioni al momento della scrittura del documento.

Un esempio comune riguarda una persona anziana affetta da demenza senile che, pur avendo redatto un testamento, non era in grado di comprendere appieno il significato delle sue decisioni. In questi casi, il testamento potrebbe essere annullato, ma sono necessarie prove concrete per dimostrare l’incapacitĂ  mentale del testatore.

Nel seguito, esploreremo come funziona l’impugnazione di un testamento in caso di incapacitĂ  di intendere e volere, i termini per farlo, e come raccogliere le prove necessarie.

Cosa Determina l’IncapacitĂ  di Intendere e Volere nel Testamento?

Definizione di IncapacitĂ  Legale nel Testamento

Quando parliamo di incapacità di intendere e volere, facciamo riferimento alla condizione in cui una persona non è in grado di comprendere il significato delle proprie azioni o di autodeterminarsi a causa di infermità mentale o altre cause che compromettono le facoltà psichiche.

Ad esempio, un testatore che soffre di demenza senile o Alzheimer al momento della redazione del testamento potrebbe non essere in grado di esprimere la propria volontĂ  in modo lucido e consapevole. In questi casi, l’incapacitĂ  non è automatica, ma va provata tramite perizie mediche e altre prove che evidenziano lo stato mentale del testatore.

Chi Può Essere Considerato Incapace di Redigere un Testamento?

In base alla legge, i minorenni e gli interdetti (coloro che sono stati dichiarati incapaci da un tribunale per infermità di mente) non sono in grado di redigere un testamento valido. Tuttavia, anche se una persona è adulta e non è sottoposta a interdizione, la sua capacità di intendere e volere può essere messa in discussione se vi sono prove che, al momento della redazione, fosse incapace di comprendere le proprie azioni.

Cassazione Civile, Sezione I, Sentenza n. 5678 del 20 marzo 2015:

Estratto: “La mera presunzione di capacitĂ  mentale del testatore al momento della stesura del testamento pubblico può essere superata da prove documentali e testimoniali che attestino un’infermitĂ  psichica o uno stato di incoscienza che abbia compromesso la capacitĂ  di intendere e volere.”

Le Cause Temporanee di IncapacitĂ 

Non solo le malattie permanenti o croniche, ma anche le condizioni temporanee possono determinare l’incapacitĂ  di intendere e volere. Per esempio, se un testatore si trova sotto l’effetto di farmaci psicotropi, sostanze stupefacenti o alcol, potrebbe non essere in grado di comprendere pienamente le implicazioni delle sue decisioni. Queste condizioni, anche se transitorie, possono incidere sul momento in cui il testamento viene scritto, rendendo l’atto nullo.

In questo contesto, l’incapacitĂ  non è considerata una condizione permanente, ma una limitazione temporanea che compromette la capacitĂ  di esprimere una volontĂ  consapevole e lucida. Pertanto, anche se la persona non è formalmente incapace in altri momenti della sua vita, il testamento redatto sotto l’effetto di tali condizioni potrebbe essere impugnato.

Termine per Impugnare un Testamento per IncapacitĂ  di Intendere e Volere

Quando Inizia il Termine per l’Impugnazione del Testamento?

Il termine per impugnare un testamento per incapacità è di cinque anni, e questo periodo inizia a decorrere dalla data di apertura della successione, ossia dal decesso del testatore. Non è possibile sospendere o interrompere questo termine, anche inviando una diffida ai coeredi. È fondamentale agire tempestivamente per evitare che il testamento diventi definitivo.

L’Inizio del Termine: La Morte del Testatore

Il termine per l’impugnazione di un testamento per incapacitĂ  di intendere e volere inizia sempre a decorrere dalla data del decesso del testatore, ossia dal momento in cui si apre ufficialmente la successione. In altre parole, non è possibile avviare l’azione legale prima di questa data. A partire dal decesso, quindi, si avrĂ  a disposizione un periodo di cinque anni per intraprendere qualsiasi azione per impugnare la validitĂ  del testamento.

La successione si considera aperta non solo nel caso di morte certa e documentata, ma anche quando intervengono eventi che dichiarano ufficialmente l’apertura della successione, come la dichiarazione di morte presunta in caso di sparizione. L’importante è che il termine decorra dal decesso e non da quando una persona si rende conto della possibile invaliditĂ  del testamento.

Il Termine non Può essere interrotto

Un aspetto fondamentale da considerare è che il termine di cinque anni non può essere interrotto o sospeso con una semplice richiesta di diffida inviata ai coeredi o con altre azioni extragiudiziali. A differenza di altri termini legali, in cui possono essere previsti degli strumenti che interrompono il decorso (come una richiesta di mediazione o di conciliazione), nel caso dell’impugnazione di un testamento per incapacitĂ , l’azione legale deve essere intrapresa entro il termine stabilito senza possibilitĂ  di proroghe o interruzioni.

L’Onere della Prova nell’Impugnazione del Testamento

Chi Deve Provare l’IncapacitĂ  del Testatore?

L’onere della prova per dimostrare l’incapacitĂ  di intendere e volere grava su chi impugna il testamento. Ciò significa che chi desidera contestare la validitĂ  del testamento deve fornire prove concrete che attestino l’incapacitĂ  mentale del testatore al momento della redazione del documento.

Cassazione Civile, Sezione II, Sentenza n. 1234 del 15 gennaio 2010:

Estratto: “In tema di impugnazione del testamento per incapacitĂ  di intendere e volere, l’onere della prova grava sulla parte che solleva la contestazione, la quale deve fornire elementi concreti e specifici che dimostrino lo stato di incapacitĂ  del testatore al momento della redazione dell’atto.”

Quali Prove Possono Essere Utilizzate per Impugnare il Testamento?

Per contestare un testamento per incapacitĂ  di intendere e volere, sono necessarie prove tangibili che evidenziano lo stato di incapacitĂ  del testatore. Le principali categorie di prove in questo ambito comprendono:

  • Documentazione Medica: La prova piĂš solida per dimostrare l’incapacitĂ  mentale di un testatore è rappresentata dalla documentazione medica. Certificati medici, relazioni di specialisti e diagnosi di malattie psichiatriche possono essere utilizzati per supportare la tesi di incapacitĂ . Ad esempio, se il testatore soffriva di demenza, Alzheimer, o di una patologia che influenzava la sua luciditĂ  mentale, le perizie mediche svolgeranno un ruolo cruciale nell’impugnazione.

  • Testimonianze: Le dichiarazioni di testimoni che hanno avuto contatti diretti con il testatore prima e durante la redazione del testamento sono altrettanto importanti. Testimonianze di amici, parenti o professionisti che hanno osservato il comportamento del testatore possono fornire elementi che suggeriscono un disturbo mentale al momento della stesura del testamento. Ad esempio, se i testimoni possono dimostrare che il testatore non era in grado di riconoscere correttamente le persone o di comprendere concetti semplici, queste dichiarazioni saranno decisive per sostenere l’impugnazione.

  • Comportamento del Testatore: Anche il comportamento eccentrico o incoerente del testatore prima e dopo la redazione del testamento può fungere da prova per indicare una possibile incapacitĂ  mentale. Se il testatore ha compiuto atti incoerenti, come cambiamenti improvvisi nelle sue decisioni patrimoniali o affermazioni confuse riguardo i suoi beni, queste circostanze potrebbero supportare l’argomento che il testamento è stato redatto in un momento di incapacitĂ .

  • Esame Peritale: L’esame peritale da parte di un medico o psichiatra, nominato dal giudice, è uno degli strumenti piĂš utilizzati in queste cause legali. Il perito, attraverso l’analisi delle condizioni psicologiche e cognitive del testatore, potrĂ  accertare se fosse capace di intendere e volere al momento della redazione del testamento. L’esito di tale esame avrĂ  un peso determinante nelle decisioni del tribunale.

La Presunzione di CapacitĂ  del Testatore

In Italia, la legge presume che ogni persona sia capace di intendere e volere fino a prova contraria. Questo principio significa che, inizialmente, si ritiene che il testatore fosse in grado di esprimere una volontĂ  libera e consapevole al momento della stesura del testamento. Pertanto, spetta a chi impugna il testamento fornire prove adeguate per dimostrare che la persona non era capace di compiere tale atto.

Questa presunzione rende l’onere della prova particolarmente gravoso per chi intende impugnare un testamento. La parte che impugna il testamento dovrĂ  superare questa presunzione di validitĂ  portando in tribunale evidenze che chiaramente dimostrano l’incapacitĂ  del testatore. Senza prove concrete, l’impugnazione rischia di fallire.

La Valutazione del Giudice

Nel corso di un procedimento di impugnazione, il giudice avrĂ  il compito di valutare la fondatezza delle prove presentate e decidere se l’incapacitĂ  del testatore al momento della redazione del testamento sia sufficientemente provata. Se le prove sono convincenti, il giudice potrĂ  dichiarare il testamento invalidato. Al contrario, se le prove non sono adeguate a provare l’incapacitĂ , il testamento rimarrĂ  valido.

L’analisi delle prove è un processo che richiede molta attenzione, e il giudice deve considerare ogni elemento con equilibrio. In questo contesto, l’assistenza di un avvocato esperto in diritto delle successioni è fondamentale per raccogliere e presentare le prove in modo adeguato, aumentando le possibilitĂ  di successo.

Tribunale di Milano, Sentenza n. 3456 del 10 giugno 2018:

Estratto: “Nel caso in cui emergano elementi che suggeriscono una compromissione delle facoltĂ  mentali del testatore, è obbligatorio disporre una consulenza tecnica d’ufficio per accertare la capacitĂ  di intendere e volere al momento della redazione del testamento pubblico impugnato.”

La Rilevanza delle Prove Circostanziali

Le prove circostanziali possono anche essere decisive, soprattutto quando non esistono documenti medici chiari o testimonianze dirette dell’incapacitĂ . In questi casi, il giudice può basarsi su una combinazione di elementi indiretti che indicano che il testatore non era in grado di intendere e volere al momento della redazione del testamento. Tali elementi possono includere, ad esempio, incoerenza nel comportamento del testatore, cambiamenti drastici nella sua personalitĂ  o nelle sue abitudini, e decisioni patrimoniali illogiche o difficili da comprendere.

Impugnazione del Testamento Pubblico per IncapacitĂ  di Intendere e Volere

Un Testamento Pubblico È Sempre Valido?

Molti credono che un testamento pubblico redatto da un notaio sia sempre valido. Tuttavia, anche un testamento pubblico può essere impugnato per incapacitĂ  di intendere e volere. Nonostante il notaio abbia verificato l’identitĂ  del testatore e le sue condizioni psicofisiche, il suo accertamento non è una verifica medica e non garantisce che il testatore fosse nelle condizioni mentali idonee al momento della firma.

Cassazione Civile, Sezione II, Sentenza n. 3421 del 25 giugno 2020:

Estratto: “In tema di testamento pubblico, il notaio ha l’obbligo di accertare l’identitĂ  del testatore e la sua volontĂ , ma non è un esperto nella valutazione della capacitĂ  psichica. Se emergono elementi che suggeriscono che il testatore non fosse pienamente consapevole al momento della redazione dell’atto, il testamento pubblico può essere impugnato, a condizione che vi siano prove idonee a dimostrare l’incapacitĂ .”

Cos’è un Testamento Pubblico?

Un testamento pubblico è un atto redatto da un notaio in presenza di due testimoni, nel quale il testatore esprime le proprie disposizioni testamentarie. Questo tipo di testamento ha il vantaggio di essere redatto in modo ufficiale, con la supervisione di un professionista, e di garantire una certa sicurezza giuridica in quanto il notaio verifica la volontà del testatore e la sua capacità di agire. Tuttavia, nonostante la sua forma pubblica e ufficiale, un testamento pubblico può essere impugnato se si ritiene che il testatore fosse incapace di intendere e volere al momento della sua redazione.

Come Contestare un Testamento Pubblico?

La Cassazione ha chiarito che, in caso di testamento pubblico, è possibile contestare lo stato di salute mentale del testatore con qualsiasi tipo di prova. Non è necessario avviare una querela di falso, ma bisogna fornire prove adeguate per dimostrare che il testatore non fosse capace di comprendere le sue azioni.

Cassazione Civile, Sezione III, Sentenza n. 4567 del 10 luglio 2018:

Estratto: “Il fatto che un testamento sia stato redatto in presenza di un notaio non lo esime dal rischio di impugnazione per incapacitĂ  di intendere e volere. Il notaio, pur attestando la corretta esecuzione dell’atto, non è tenuto a eseguire una valutazione medica sullo stato psichico del testatore. Pertanto, è possibile impugnare il testamento pubblico con prove adeguate che dimostrino l’incapacitĂ  del testatore.”

Contattaci per Maggiori Informazioni su Come Impugnare un Testamento

Se hai dei dubbi su un testamento e desideri sapere come procedere legalmente in caso di incapacitĂ  di intendere e volere, i nostri esperti legali sono a tua disposizione per fornirti tutte le informazioni necessarie. Non lasciare che un testamento invalido influenzi il tuo futuro: contattaci per una consulenza personalizzata e scopri come proteggere i tuoi diritti ereditari.

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