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Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Quali Sono i Maltrattamenti in Famiglia: Cosa dice la Legge [2025]

Indice

Quali Sono i Maltrattamenti in Famiglia

Maltrattamenti in Famiglia: Definizione e Aspetti Legali

I maltrattamenti in famiglia sono un reato disciplinato dall’articolo 572 del Codice Penale, che punisce chiunque sottoponga un familiare a sofferenze fisiche o psicologiche abituali. Si tratta di un crimine grave, con conseguenze penali significative, che può includere violenze fisiche, minacce, umiliazioni, privazioni economiche e altre condotte lesive della dignità umana.

Un esempio concreto: se un marito impone alla moglie continue privazioni economiche, la isola dai suoi affetti e la minaccia verbalmente ogni giorno, siamo di fronte a un tipico caso di maltrattamento domestico.

Se ritieni di essere vittima di maltrattamenti in famiglia, è fondamentale agire subito. Puoi denunciare il tuo aggressore, richiedere un’ordinanza di protezione e ottenere supporto legale. Il nostro studio legale, specializzato in diritto di famiglia e separazioni, è pronto a fornirti assistenza immediata. Contattaci per una consulenza riservata, anche in video-call.

Tribunale di Bologna, sentenza n. 1245/2022 del 18 maggio 2022

“Il reato di maltrattamenti in famiglia si configura come una sequenza di atti di vessazione continuativi che determinano sofferenze fisiche o morali, realizzandosi non solo attraverso percosse o lesioni, ma anche mediante atti di disprezzo, umiliazione e asservimento idonei a cagionare durevole sofferenza morale alla persona offesa.”

Quando un Comportamento è Considerato Maltrattamento in Famiglia?

Il reato di maltrattamenti in famiglia, disciplinato dall’articolo 572 del Codice Penale, si configura quando un soggetto esercita condotte abituali di sopraffazione, violenza o umiliazione nei confronti di un familiare o di una persona convivente. Non è necessario che si tratti esclusivamente di violenza fisica: anche gli abusi psicologici, le minacce costanti, l’isolamento sociale e le privazioni economiche possono rientrare nella fattispecie del reato.

Corte d’Appello di Bologna, sentenza n. 789/2023 del 12 aprile 2023

“La pluralità di atti lesivi dell’integrità fisica e psichica, inseriti nel contesto di una condotta abituale, determina la configurabilità del reato di maltrattamenti in famiglia anche quando la singola condotta, isolatamente considerata, potrebbe integrare un reato meno grave.”

Elementi Fondamentali per la Configurazione del Reato

Affinché un comportamento possa essere considerato maltrattamento in famiglia, devono sussistere specifici elementi, tra cui:

  • Abitualità delle condotte: il comportamento non deve essere un episodio isolato, ma ripetuto nel tempo. Anche se singoli episodi di violenza possono essere puniti come altri reati (ad esempio, lesioni personali o minacce), per rientrare nei maltrattamenti in famiglia è necessario che vi sia una sistematicità e continuità dell’abuso.
  • Vittima in una condizione di soggezione: la persona che subisce i maltrattamenti deve trovarsi in una posizione di vulnerabilità, spesso dovuta al vincolo affettivo o alla dipendenza economica dall’autore del reato.
  • Condotte di sopraffazione: possono consistere in violenze fisiche, psicologiche, sessuali o economiche. L’elemento chiave è che il comportamento del soggetto agente generi un clima di paura, sofferenza e oppressione all’interno del nucleo familiare.

Corte d’Appello di Bologna, sentenza n. 1056/2022 del 16 novembre 2022

“L’elemento oggettivo del reato di maltrattamenti si sostanzia nella sottoposizione del familiare a una serie di sofferenze fisiche e morali che si risolvono in un regime di vita particolarmente doloroso e avvilente, caratterizzato da un complesso di atti di vessazione continuativa e tali da cagionare sofferenze, privazioni e umiliazioni.”

Quali Comportamenti Sono Considerati Maltrattamenti in Famiglia?

Per comprendere meglio quando si configura il reato di maltrattamenti, è utile analizzare alcuni esempi concreti:

  • Violenze fisiche: schiaffi, pugni, calci, morsi, spintoni, ustioni e qualsiasi altro atto che provochi dolore o lesioni alla vittima.
  • Violenze psicologiche: insulti continui, svalutazione, umiliazione pubblica o privata, minacce verbali e manipolazione mentale volta a destabilizzare la persona offesa.
  • Isolamento sociale: impedire alla vittima di avere contatti con amici e familiari, controllarne le chiamate e i messaggi, limitarne gli spostamenti senza una giustificazione valida.
  • Privazione economica: negare alla vittima l’accesso al denaro, costringerla a dipendere economicamente dal maltrattante, impedirle di lavorare o gestire autonomamente le proprie finanze.
  • Costrizioni e pressioni psicologiche: imporre regole rigide e oppressive, obbligare la vittima a subire comportamenti degradanti o a eseguire ordini umilianti.

Tribunale di Bologna, sentenza n. 2378/2023 del 7 settembre 2023

“Le condotte maltrattanti non devono necessariamente manifestarsi sotto forma di violenza fisica, essendo sufficiente che si concretizzino in una serie di atti che, avuto riguardo alle circostanze del caso concreto, assumano carattere vessatorio rendendo abitualmente dolorose le relazioni familiari.”

Differenza tra Maltrattamenti e Altri Reati di Violenza Domestica

Non tutti i comportamenti violenti in famiglia rientrano nel reato di maltrattamenti. Esistono infatti altri reati che possono configurarsi a seconda della specificità della condotta:

  • Lesioni personali (art. 582 c.p.): se il maltrattamento si concretizza in un singolo episodio di aggressione fisica con danni alla vittima, può essere inquadrato come lesione personale piuttosto che come maltrattamento continuativo.
  • Minacce (art. 612 c.p.): quando una persona incute timore attraverso espressioni verbali intimidatorie, senza però attuare un sistema reiterato di sopraffazione.
  • Violenza sessuale (art. 609-bis c.p.): se il maltrattamento comprende atti sessuali imposti con la forza o senza il consenso della vittima, si configura un reato autonomo.

Tribunale di Bologna, sentenza n. 3241/2022 del 8 novembre 2022

“Mentre il reato di lesioni si configura come violazione istantanea che si consuma nel momento in cui si verifica la malattia, il reato di maltrattamenti richiede la reiterazione nel tempo delle condotte lesive e la creazione di un clima familiare caratterizzato da sopraffazione sistematica, tale da determinare uno stato di sofferenza continuativa.”

Le Pene per il Reato di Maltrattamenti in Famiglia

Le pene variano in base alla gravità della condotta, alla presenza di aggravanti e alle conseguenze subite dalla vittima.

Reclusione per il Reato di Maltrattamenti in Famiglia

Secondo la legge, chi commette maltrattamenti in famiglia è punito con:

  • Da 3 a 7 anni di reclusione, se non vi sono aggravanti.
  • Da 4 a 9 anni di reclusione, se dai maltrattamenti deriva una lesione grave;
  • Da 7 a 15 anni di reclusione, in caso di lesione gravissima;
  • Da 12 a 24 anni di reclusione, se dai maltrattamenti deriva la morte della vittima (omicidio preterintenzionale).
  • La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso in presenza o in danno di persona minore, di donna in stato di gravidanza o di persona con disabilità, ovvero se il fatto è commesso con armi

L’aumento della pena in presenza di circostanze aggravanti dimostra l’intento del legislatore di offrire una tutela rafforzata a soggetti vulnerabili.

Corte d’Appello di Bologna, sentenza n. 869/2023 del 27 maggio 2023

“La presenza di lesioni gravi derivanti dalle condotte maltrattanti, accertate mediante documentazione medica che attesta una prognosi superiore a 40 giorni, comporta l’applicazione dell’aggravante di cui all’art. 572 comma 2 c.p., con conseguente aumento della pena base.”

Quando Scatta l’Aggravante del Codice Rosso?

La legge n. 69/2019, nota come Codice Rosso, ha introdotto disposizioni più severe per chi commette violenza domestica e maltrattamenti in famiglia. In particolare:

  • L’autorità giudiziaria è obbligata a trattare con urgenza le denunce per maltrattamenti.
  • Il Pubblico Ministero deve sentire la vittima entro tre giorni dalla segnalazione.
  • Le forze dell’ordine possono adottare misure cautelari immediate, come l’allontanamento d’urgenza dell’aggressore.

Grazie a queste norme, le vittime possono ottenere una protezione più rapida ed efficace.

Misure Cautelari per Proteggere la Vittima

Oltre alla pena detentiva, il giudice può disporre misure immediate per garantire la sicurezza della vittima, tra cui:

  • L’allontanamento dalla casa familiare, con divieto di rientro.
  • Il divieto di avvicinamento alla vittima, con monitoraggio tramite braccialetto elettronico.
  • L’arresto in flagranza di reato, se l’autore dei maltrattamenti viene colto nell’atto di commettere violenze.

Queste misure servono a evitare che la vittima subisca ulteriori abusi durante il procedimento penale.

Tribunale di Bologna, ordinanza n. 736/2023 del 9 marzo 2023

“L’allontanamento dalla casa familiare si configura come misura necessaria e proporzionata nei casi in cui la permanenza dell’indagato nella medesima abitazione della persona offesa comporterebbe un concreto pericolo di reiterazione delle condotte maltrattanti, tenuto conto della gravità e sistematicità degli episodi documentati.”

Nuovo DDL sul Femminicidio marzo 2025

Con il nuovo Disegno di Legge si prevede l’introduzione del reato di “femminicidio”, punito con l’ergastolo a causa della gravità e urgenza del fenomeno, nonché della specificità del reato. In particolare, chi provoca la morte di una donna sarà punito con tale pena se l’atto è commesso per motivi di discriminazione o odio verso la vittima in quanto donna, per limitare i suoi diritti o libertà, o per ostacolare l’espressione della sua personalità.

Inoltre, le circostanze aggravanti di tale reato vengono applicate ad altri crimini tipici del codice rosso, con un incremento delle pene di almeno un terzo e fino a due terzi, a seconda della gravità del reato.

Il testo prevede anche diverse novità, tra le quali si menzionano:

  • L’audizione obbligatoria della vittima da parte del pubblico ministero, senza possibilità di delega alla polizia giudiziaria, nei casi di reati da codice rosso;
  • L’introduzione di obblighi informativi nei confronti dei familiari della vittima di femminicidio;
  • La possibilità per la vittima di esprimere un parere non vincolante in caso di patteggiamento per reati da codice rosso, con conseguenti obblighi informativi e motivazione del giudice;
  • Modifiche ai benefici penitenziari per i reati del codice rosso;
  • Un diritto per le vittime di essere informate dell’uscita dal carcere dell’autore condannato, qualora vengano concesse misure premiali;
  • L’estensione del regime di favore per il risarcimento dei danni derivanti da omicidi “codice rosso” e femminicidio anche nella fase di esecuzione della condanna.

Le Conseguenze Civili per il Maltrattante

Oltre alla pena detentiva, chi viene condannato per maltrattamenti in famiglia può subire ulteriori conseguenze civili:

  • Perdita della potestà genitoriale, se il reato ha coinvolto i figli.
  • Revoca del diritto alla casa coniugale, nel caso in cui l’immobile sia stato assegnato alla vittima.
  • Risarcimento dei danni morali e patrimoniali, con possibilità per la vittima di ottenere un indennizzo economico per le sofferenze subite.

Cosa Fare in Caso di Maltrattamenti in Famiglia?

Affrontare una situazione di maltrattamenti in famiglia richiede interventi immediati per proteggere la vittima e avviare le procedure legali necessarie. Chi subisce abusi fisici, psicologici o economici deve sapere che esistono strumenti giuridici efficaci per ottenere tutela e allontanarsi da un contesto pericoloso.

Denunciare i Maltrattamenti: Come e Dove Farlo

La denuncia è il primo passo fondamentale per fermare gli abusi e attivare le misure di protezione previste dalla legge.

  • Forze dell’Ordine: è possibile denunciare i maltrattamenti presso Carabinieri, Polizia di Stato o Procura della Repubblica. La vittima può anche rivolgersi a un avvocato per presentare una denuncia scritta dettagliata.
  • Numero Antiviolenza 1522: attivo 24 ore su 24, fornisce assistenza e supporto alle vittime, offrendo informazioni su come e dove denunciare.
  • Ospedali e Pronto Soccorso: se la vittima riporta lesioni, è essenziale recarsi in ospedale per una refertazione medica, che potrà essere utilizzata come prova nel procedimento penale.

Dopo la denuncia, il Pubblico Ministero può attivare misure urgenti per proteggere la vittima e impedire nuove violenze.

Ordine di Protezione e Allontanamento del Maltrattante

Una delle misure più efficaci per garantire la sicurezza della vittima è l’ordine di protezione, che può prevedere:

  • L’allontanamento del maltrattante dall’abitazione familiare.
  • Il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.
  • L’obbligo di versare un assegno di mantenimento nel caso in cui la vittima sia economicamente dipendente dall’autore dei maltrattamenti.

Il giudice può disporre queste misure anche in via d’urgenza, senza bisogno di attendere la conclusione del processo penale.

Separazione e Divorzio in Caso di Maltrattamenti

Se i maltrattamenti avvengono tra coniugi, è possibile avviare una separazione giudiziale per proteggere la vittima e ottenere l’allontanamento dell’altro coniuge. In questi casi:

  • La separazione può essere chiesta con addebito, attribuendo al coniuge maltrattante la responsabilità della rottura del matrimonio.
  • La vittima può ottenere l’affidamento esclusivo dei figli, se il comportamento dell’altro genitore è dannoso per il loro benessere.
  • È possibile richiedere un assegno di mantenimento o alimentare, soprattutto se la vittima non ha una propria indipendenza economica.

Tribunale di Bologna, sentenza n. 1876/2022 del 21 giugno 2022

“In presenza di comportamenti maltrattanti accertati, questo Tribunale dispone l’affidamento esclusivo dei figli minori al genitore vittima di violenza, limitando il diritto di visita dell’altro genitore e subordinandolo, ove necessario, a incontri protetti presso spazi neutri, al fine di tutelare il benessere psico-fisico dei minori.”

Assistenza Legale e Supporto Psicologico per le Vittime

Affrontare un procedimento legale può essere complesso, per questo è importante affidarsi a un avvocato esperto in diritto di famiglia, che possa guidare la vittima in ogni fase, dalla denuncia alla richiesta di separazione e tutela dei minori.

Inoltre, è fondamentale ricevere un supporto psicologico, rivolgendosi a centri specializzati che offrono assistenza per superare il trauma subito.

Quando Interviene il Codice Rosso?

La legge sul Codice Rosso (L. 69/2019) ha introdotto procedure accelerate per tutelare le vittime di violenza domestica. In particolare:

  • La denuncia viene trattata con priorità assoluta dalla Procura.
  • Il Pubblico Ministero deve ascoltare la vittima entro tre giorni dalla segnalazione.
  • Sono previsti inasprimenti di pena per i reati di maltrattamenti, violenza sessuale e stalking.

Grazie al Codice Rosso, le vittime possono ottenere misure protettive immediate senza lunghe attese burocratiche.

Separazione e Divorzio in Caso di Maltrattamenti: Cosa Fare?

Se stai subendo maltrattamenti in famiglia, non aspettare. Denunciare è il primo passo per uscire da una situazione di abuso. Il nostro studio legale, esperto in diritto di famiglia e separazioni, è pronto ad aiutarti a ottenere protezione legale immediata.

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FAQ Maltrattamenti in Famiglia: Tutto Quello che Devi Sapere

1. Cosa Sono i Maltrattamenti in Famiglia?

I maltrattamenti in famiglia sono comportamenti violenti o abusivi che coinvolgono membri della stessa famiglia. Possono includere violenza fisica, psicologica, verbale ed emotiva.

2. Quali Comportamenti Sono Considerati Maltrattamenti in Famiglia?

I maltrattamenti in famiglia comprendono insulti, minacce, aggressioni fisiche, privazione di libertà e qualsiasi atto che causi danno fisico o psicologico alla vittima.

3. Cosa Fare Se Sono Vittima di Maltrattamenti in Famiglia?

In caso di maltrattamenti in famiglia, è fondamentale denunciare subito il fatto alle forze dell’ordine e rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto di famiglia per protezione legale immediata.

4. Come Denunciare i Maltrattamenti in Famiglia?

Per denunciare i maltrattamenti in famiglia, è possibile rivolgersi alla polizia, ai carabinieri o al tribunale. La denuncia può essere fatta anche in forma anonima per proteggere la vittima.

5. Quali Sono le Pene per il Reato di Maltrattamenti in Famiglia?

Le pene per i maltrattamenti in famiglia possono prevedere pene detentive a partire da 3 anni arrivando nei casi più gravi fino a 24 anni.

6. Come Posso Proteggermi dai Maltrattamenti in Famiglia?

Per proteggerti dai maltrattamenti in famiglia, è importante raccogliere prove, documentare gli abusi e cercare supporto legale. Puoi richiedere un ordinanza di protezione al giudice.

7. Cosa Succede Dopo la Denuncia di Maltrattamenti in Famiglia?

Dopo la denuncia di maltrattamenti in famiglia, le forze dell’ordine avvieranno un’indagine. Se necessario, il giudice potrà emettere provvedimenti di allontanamento e protezione per la vittima.

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