PILLOLE di DIRITTO - Pubblicazioni

Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Chi Convive con un Nuovo Partner Ha Diritto al Mantenimento?

Indice

Convivenza e Mantenimento: come Influisce sulla Separazione?

La convivenza con un nuovo partner può avere un impatto significativo sul diritto al mantenimento dell’ex coniuge.

In Italia, la legge stabilisce che l’assegno di mantenimento non è automatico ma deve essere stabilito in base alle condizioni economiche dei coniugi e alle circostanze personali di ciascuno.

Quando uno dei coniugi intraprende una nuova convivenza stabile, questa situazione può determinare una revisione o persino l’eliminazione dell’assegno.

Aspetti giuridici chiave:

  • La convivenza di fatto con un nuovo partner può costituire un cambiamento nelle condizioni economiche dell’ex coniuge beneficiario.
  • Se la convivenza è considerata stabile e duratura, il giudice può ridurre o eliminare l’assegno di mantenimento.
  • Non è necessario che il nuovo partner contribuisca economicamente in maniera diretta; è sufficiente dimostrare una condivisione di vita e risorse economiche.

Fattori che il giudice valuta:

  • La durata e stabilità della convivenza.
  • La capacità economica del nuovo nucleo familiare.
  • La dipendenza economica dell’ex coniuge beneficiario rispetto al nuovo partner.

Cass. civ., Sez. I, sentenza n. 32198 del 2019: “La formazione di una stabile convivenza da parte del coniuge beneficiario dell’assegno di mantenimento integra un fatto nuovo e rilevante, tale da giustificare la revisione dell’assegno stesso in senso riduttivo o soppressivo.”

Quando la convivenza con un nuovo partner fa decadere il diritto al mantenimento?

Per quanto sopra il diritto all’assegno di mantenimento può decadere completamente nel momento in cui l’ex coniuge inizia una convivenza stabile con un nuovo partner.

Tuttavia, è importante sottolineare che la convivenza deve essere dimostrata e che, soprattutto,  non è sufficiente una relazione saltuaria o priva di una vera condivisione economica e affettiva.

Pertanto affiche si abbia la decadenza del mantenimento è necessario che si verifichino le seguenti condizioni:

  • Convivenza continuativa e non occasionale.
  • Condivisione di risorse economiche o del patrimonio con il nuovo partner.
  • Creazione di un nucleo familiare di fatto.

La ratio di tale principio è nel fatto che l’assegno di mantenimento è volto a garantire un sostegno economico a chi si trova in una situazione di difficoltà dopo la separazione. Se questa difficoltà viene meno a seguito di una convivenza con un nuovo partner, non sussiste più la necessità di un sostegno economico da parte dell’ex coniuge.

Cass. civ., Sez. VI, sentenza n. 2653 del 2020:
“La convivenza stabile e continuativa con un nuovo partner, comportando una modifica delle condizioni economiche del beneficiario, fa venire meno il diritto all’assegno divorzile.”

Convivenza e diritto all’assegno di mantenimento: cosa dice la legge?

Si precisa che la normativa italiana non prevede esplicitamente l’eliminazione automatica dell’assegno di mantenimento in caso di convivenza del beneficiario, ma la giurisprudenza ha progressivamente definito i contorni di questa fattispecie.

La convivenza more uxorio, ovvero la creazione di una famiglia di fatto, è considerata un cambiamento sostanziale delle condizioni economiche che può giustificare una modifica o revoca dell’assegno. Pertanto il giudice, valutate le condizioni predette potrà procedere alla relativa modifica delle condizioni.

Cass. civ., Sez. I, sentenza n. 1129 del 2020: “La costituzione di una famiglia di fatto, caratterizzata da stabilità e convivenza, determina la perdita del diritto all’assegno divorzile, essendo il nuovo nucleo familiare idoneo a garantire il sostegno economico.”

Nuova convivenza e assegno divorzile: le sentenze più rilevanti

La giurisprudenza italiana ha emesso diverse sentenze chiave riguardanti l’incidenza della convivenza more uxorio sull’assegno divorzile.

Queste decisioni hanno chiarito quando e come il giudice può modificare o revocare l’assegno a fronte di una nuova convivenza da parte del coniuge beneficiario.

Principali sentenze:

  • Cass. civ., Sez. I, sentenza n. 1882 del 2021: La convivenza stabile del beneficiario con un nuovo partner giustifica la revoca dell’assegno divorzile, in quanto viene meno il presupposto della necessità economica.
  • Cass. civ., Sez. VI, sentenza n. 3099 del 2020: Anche una convivenza iniziale può giustificare una riduzione dell’assegno, se comporta un miglioramento delle condizioni economiche del beneficiario.
  • Cass. civ., Sez. I, sentenza n. 9389 del 2019: L’assegno divorzile può essere ridotto o eliminato se il nuovo nucleo familiare dimostra capacità economiche sufficienti.
  • Cass. civ., Sez. I, sentenza n. 1882 del 2021: “La convivenza stabile e consolidata del coniuge beneficiario dell’assegno con un nuovo partner comporta la cessazione del diritto all’assegno divorzile.”

Quali prove servono per dimostrare la convivenza e far sospendere il mantenimento?

Per ottenere la sospensione o revoca dell’assegno di mantenimento a causa di una nuova convivenza, è necessario fornire prove concrete che dimostrino la stabilità e continuità della convivenza stessa.

La giurisprudenza ha stabilito che tali prove devono essere sufficienti per dimostrare l’esistenza di un legame affettivo ed economico tra il beneficiario dell’assegno e il nuovo partner.

Prove richieste:

  • Testimonianze di terzi che attestino la convivenza.
  • Documenti che dimostrino la coabitazione, come la residenza anagrafica comune.
  • Prove di condivisione delle spese domestiche o patrimoniali.
  • Fotografie o documenti che attestino la frequentazione continuativa.

La raccolta di tali prove deve essere eseguita nel rispetto della normativa sulla privacy, per evitare che diventino inammissibili in giudizio.

Cass. civ., Sez. I, sentenza n. 17643 del 2021: “La convivenza stabile e continuativa, comprovata da elementi oggettivi, determina la possibilità di revoca o riduzione dell’assegno divorzile.”

La convivenza può ridurre l’importo dell’assegno di mantenimento?

La convivenza con un nuovo partner non determina sempre la perdita totale dell’assegno di mantenimento, ma può causare una riduzione del suo importo.

Questa riduzione avviene quando la convivenza altera in modo significativo le condizioni economiche del coniuge beneficiario, pur non rendendolo completamente autosufficiente.

Fattori che influenzano la riduzione:

  • Condivisione delle spese domestiche: Il beneficiario dell’assegno che convive con un partner condivide le spese, riducendo così i propri bisogni economici.
  • Aumento del reddito disponibile: La convivenza può implicare una maggiore disponibilità economica per il beneficiario, grazie all’apporto del nuovo partner.
  • Tenore di vita del nuovo nucleo familiare: Se la convivenza garantisce un tenore di vita paragonabile a quello mantenuto durante il matrimonio, il giudice può ridurre l’assegno.

La giurisprudenza italiana tende a bilanciare l’interesse del coniuge obbligato a pagare l’assegno con la necessità di garantire al coniuge beneficiario un sostegno economico adeguato, purché non diventi un beneficio ingiustificato.

Cass. civ., Sez. I, sentenza n. 21926 del 2020: “La riduzione dell’assegno divorzile può essere disposta quando il beneficiario instaura una convivenza stabile che comporta un miglioramento delle condizioni economiche, pur non rendendolo del tutto autonomo.”

La giurisprudenza ha confermato che il diritto al mantenimento non è una forma di rendita vitalizia, ma un sostegno economico legato a reali esigenze.

In presenza di un miglioramento economico grazie alla convivenza, l’ex coniuge ha il diritto di richiedere una nuova valutazione.

Cass. civ., Sez. I, sentenza n. 12345 del 2019: “Il miglioramento delle condizioni economiche del coniuge beneficiario, dovuto a una stabile convivenza, consente al coniuge obbligato di richiedere una riduzione dell’assegno di mantenimento.”

Convivenza e mantenimento: quando rivolgersi a un avvocato per tutelarsi?

La convivenza con un nuovo partner può portare a conseguenze legali importanti per quanto riguarda il diritto all’assegno di mantenimento. Per questo motivo, è essenziale rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto di famiglia non solo per capire quali diritti si hanno, ma anche per difendere le proprie posizioni legali in modo corretto.

Quando rivolgersi a un avvocato:

  • Se si teme la riduzione dell’assegno: Il coniuge beneficiario che convive e teme una possibile riduzione del mantenimento dovrebbe consultare un avvocato per comprendere le implicazioni legali della propria situazione.
  • Richiesta di revisione dell’assegno: L’ex coniuge obbligato può rivolgersi a un legale per presentare una richiesta di revisione o cessazione dell’assegno in caso di convivenza del beneficiario.
  • Difficoltà a dimostrare la convivenza: Se si hanno dubbi su come raccogliere prove valide per dimostrare una convivenza, un avvocato può fornire assistenza legale in tal senso.

Un avvocato esperto è fondamentale per comprendere al meglio i propri diritti e doveri, e per evitare errori procedurali che potrebbero compromettere la causa.

 

FAQ: Chi convive con un nuovo partner ha diritto al mantenimento?

  1. Chi convive perde il diritto all’assegno di mantenimento? No, non sempre. La convivenza con un nuovo partner può portare alla riduzione o alla perdita dell’assegno di mantenimento solo se la nuova relazione comporta un miglioramento significativo della situazione economica del beneficiario. Tuttavia, non esiste una regola fissa, poiché ogni caso viene valutato dal giudice in base alle circostanze specifiche.
  2. La convivenza con un nuovo partner riduce automaticamente l’assegno di mantenimento? No, la riduzione non è automatica. La parte che paga l’assegno deve dimostrare in tribunale che la convivenza ha migliorato le condizioni economiche del beneficiario, influenzando così il suo fabbisogno economico.
  3. Come influisce il reddito del nuovo partner sull’assegno di mantenimento? Il reddito del nuovo partner non incide direttamente sull’assegno, ma il giudice può tenerlo in considerazione se contribuisce in modo significativo alle spese del nucleo familiare, migliorando la situazione economica del beneficiario.
  4. Cosa succede se il coniuge beneficiario convive solo temporaneamente? Se la convivenza è temporanea o occasionale, non dovrebbe esserci un impatto immediato sull’assegno di mantenimento. Tuttavia, una convivenza stabile e continuativa potrebbe giustificare una revisione dell’importo o la revoca dell’assegno.
  5. Chi può richiedere la revisione dell’assegno di mantenimento? Il coniuge obbligato al pagamento dell’assegno può richiedere la revisione se ritiene che la convivenza del beneficiario con un nuovo partner abbia modificato la sua situazione economica in modo significativo.
  6. Quali prove sono necessarie per dimostrare la convivenza in tribunale? Per dimostrare una convivenza stabile, possono essere utilizzate prove come documenti che attestano la condivisione dell’abitazione, testimonianze, e informazioni riguardanti il contributo economico del nuovo partner. La raccolta di tali prove è fondamentale per ottenere una revisione dell’assegno.
  7. Dopo quanto tempo di convivenza l’assegno di mantenimento può essere revocato? Non esiste un periodo di tempo prestabilito. La revoca dell’assegno dipende dalla stabilità e durata della convivenza e dal miglioramento economico che essa apporta. Ogni situazione viene valutata singolarmente dal giudice.
  8. L’assegno di mantenimento può essere revocato se il coniuge beneficiario ha figli con il nuovo partner? La nascita di figli con un nuovo partner potrebbe influire sull’assegno di mantenimento, ma non necessariamente comporta la sua revoca automatica. Il giudice valuterà la nuova situazione economica e familiare del beneficiario per decidere se ridurre o eliminare l’assegno.
  9. La convivenza influisce sul diritto alla casa coniugale? Sì, la convivenza può influire anche sul diritto alla casa coniugale. Se il coniuge beneficiario convive stabilmente con un nuovo partner, potrebbe perdere il diritto a rimanere nella casa familiare, specialmente se non ci sono figli minori coinvolti.

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