Spesso ci si chiede a quale età un bambino può scegliere con quale genitore stare?
Considerato che il genitore che ha il collocamento della prole di regola è quello che percepisce l’assegno di mantenimento la domanda risulta rilevante anche da un punto di vista prettamente economico.
La risposta è collegata al momento in cui il figlio acquisisce la capacità giuridica di esprimere una preferenza su chi debba essere il genitore con cui vivere.
In questo articolo, esploreremo le normative legali, l’importanza della capacità di discernimento e gli altri fattori che influenzano la decisione del giudice.
Se vi interessa approfondire, potete leggere l’articolo di seguito: Come Vengono Assegnati i Figli in Caso di Separazione?
Quando il Giudice Deve Sentire il Minore?
Secondo la legge italiana, il giudice ha l’obbligo di sentire il minore in tutte le cause che lo riguardano, come affidamento, collocamento e mantenimento, se il bambino ha almeno 12 anni.
L’ascolto del minore è una fase cruciale del procedimento, la cui mancanza rende la sentenza nulla.
Tuttavia, il giudice può decidere di ascoltare anche minori di 12 anni, qualora ritenga che il bambino sia in grado di discernere. Questo aspetto è fondamentale per stabilire se il minore possa avere un ruolo attivo nella decisione riguardo a con quale genitore stare.
La Volontà del Minore è Vincolante?
Si deve da subito specificare che la volontà del minore, pur essendo un aspetto rilevante, non è vincolante per il giudice.
Anche se il bambino esprime una preferenza su chi debba essere il genitore con cui vivere, la decisione finale spetta sempre al giudice, che ha il dovere di garantire che la scelta sia nell’interesse superiore del minore.
Il giudice deve, infatti, determinare la capacità di discernimento del minorenne per decidere se la sua volontà possa influenzare la decisione finale.
In altri termini deve verificare se la scelta del bambino sia una scelta consapevole e quali ne siano le cause.
Fattori che Influenzano la Capacità di Scegliere il Genitore con Cui Stare
Età del Minore
L’età del minore è uno dei principali indicatori che il giudice utilizza per determinare se un bambino può scegliere con quale genitore stare. La fase di sviluppo del minore gioca un ruolo fondamentale nell’analisi della sua capacità di prendere una decisione informata.
Le età critiche in questo processo sono le seguenti:
Infanzia (0-10 anni)
In questa fase, il bambino ha un forte bisogno di entrambi i genitori, ma la scelta del genitore con cui vivere dovrebbe basarsi sulle sue necessità emotive e sul legame con ciascun genitore. Di solito, la madre viene privilegiata per il collocamento, vista la sua centralità durante i primi anni di vita (allattamento, cura quotidiana).Preadolescenza (11-14 anni)
Il bambino comincia a sviluppare preferenze più chiare e una crescente autonomia. Sebbene il giudice possa prendere in considerazione le sue opinioni, la decisione finale rimane nella sua discrezione.Adolescenza (15-17 anni)
Durante l’adolescenza, il minore ha una maggiore capacità di esprimere il proprio parere. In questa fase, il giudice tende a considerare il parere del minore in modo preponderante, pur mantenendo il proprio ruolo di garanzia dell’interesse del minore. È evidente che la consapevolezza del minore in tale età sia già formata e pertanto il giudice non può non considerare i suoi interessi e aspettative.Maggiore Età (18 anni in poi)
Al raggiungimento della maggiore età, il giovane acquisisce la piena libertà di scelta. I genitori perdono l’affidamento, poiché cessa la potestà genitoriale e il minore è libero di decidere con quale genitore vivere.
Maturità del Minore
Oltre all’età, un altro fattore cruciale è la capacità di discernimento del bambino. Il giudice valuta se il minore sia in grado di:
- Comprendere la situazione: Deve essere consapevole delle implicazioni della sua scelta. In merito sarà rilevante anche approfondire i motivi e le giustificazione che il minore riferisce e sulla base dei quali basa la sua scelta.
- Esprimere la propria volontà: Deve essere in grado di articolare chiaramente la sua preferenza.
- Essere libero da influenze esterne: La decisione deve essere frutto di una riflessione personale e non condizionata da fattori esterni o pressioni da parte dei genitori.
Come Decide il Giudice il Collocamento del Minore?
Il giudice, tenendo conto di tutti i fattori sopra analizzati, decide:
- Con quale genitore il bambino dovrà vivere prevalentemente (collocamento).
- I tempi e le modalità in cui il bambino vedrà l’altro genitore, stabilendo il diritto-dovere di visita.
- L’affidamento, ossia la responsabilità di prendere decisioni importanti per il minore, che generalmente è condiviso tra i genitori.
Per giungere ad una valutazione e decisione, il giudice può ricorrere a diversi strumenti:
- Colloquio diretto con il minore: Il giudice può incontrare il minore in un ambiente sicuro e neutro per ascoltare la sua opinione. In alcuni casi, i genitori non sono presenti durante l’audizione o sono visibili solo tramite un vetro oscurato.
- Consulenza psicologica: Un esperto (CTU) può redigere una perizia che aiuti a valutare la maturità e la capacità di discernimento del minore.
- Servizi sociali: In alcuni casi, i servizi sociali possono essere coinvolti per raccogliere informazioni sull’equilibrio emotivo e psicologico del bambino.
Le decisioni del giudice possono comunque essere modificate nel tempo, a seguito di mutamenti nelle circostanze o a causa di variazioni nella capacità di discernimento del minore.
Inoltre, se un genitore non dovesse più essere in grado di garantire il benessere del bambino (per motivi di salute, aumento del carico di lavoro, ecc.), o se violasse i provvedimenti giudiziari (ostacolando gli incontri con l’altro genitore), il giudice potrebbe rivedere il collocamento del minore.
In sintesi, a quale età un bambino può scegliere con quale genitore stare dipende da vari fattori, tra cui la capacità di discernimento, l’età e la maturità del minore.
Sebbene la volontà del minore sia presa in considerazione dal giudice, la decisione finale è sempre volta a tutelare l’interesse superiore del bambino, che deve essere il principio guida in ogni causa di diritto di famiglia.
FAQ – A quale età un bambino può scegliere con quale genitore stare?
1) A Quale Età Un Bambino Può Scegliere Con Quale Genitore Stare in Italia?
In Italia, la legge stabilisce che un bambino può esprimere una preferenza su con quale genitore desidera vivere a partire dai 12 anni. Tuttavia, il giudice non è obbligato a seguire la sua scelta, ma la prende in considerazione solo se la volontà del minore è consapevole e motivata, in base alla capacità di discernimento del bambino.
2) Il Giudice Può Ascoltare Un Minore Sotto I 12 Anni in Caso di Separazione o Divorzio?
Sì, anche se la legge italiana prevede che il giudice ascolti obbligatoriamente i minori di almeno 12 anni, può decidere di ascoltare anche bambini più piccoli se ritiene che abbiano la maturità necessaria per esprimere un’opinione informata riguardo al collocamento del minore.
3) La Volontà Del Minore È Vincolante Per Il Giudice Nel Collocamento Familiare?
No, la volontà del minore non è vincolante per il giudice. Sebbene il parere del bambino sia preso in considerazione, la decisione finale spetta al giudice, che deve garantire sempre l’interesse superiore del minore. Il giudice valuta la consapevolezza e la motivazione della scelta del bambino.
4) Quali Sono I Fattori Che Influenzano La Decisione Del Giudice Sull’Affidamento E Collocamento Dei Figli?
Il giudice considera diversi fattori prima di decidere il collocamento dei figli dopo una separazione o un divorzio. Tra questi: l’età, la maturità del minore, il legame emotivo con ciascun genitore e la capacità di discernimento. Il giudice può anche avvalersi di consulenze psicologiche o dei servizi sociali per ottenere informazioni aggiuntive.
5) A Che Età Il Giudice Tiene Maggiore Conto Dell’Opinione Del Minore In Caso Di Separazione?
Durante l’adolescenza (15-17 anni), il giudice tiene maggiormente conto dell’opinione del minore, poiché in questa fascia di età la consapevolezza del minore è considerata più sviluppata. Nonostante ciò, il giudice deve sempre valutare il benessere e l’interesse superiore del bambino.
6) Quando Il Giudice Può Modificare Il Collocamento Del Minore Dopo Una Separazione?
Il giudice può rivedere il collocamento del minore se ci sono cambiamenti significativi nelle circostanze familiari, come una variazione nella capacità di discernimento del bambino o se uno dei genitori non è più in grado di garantire il benessere del figlio. In questi casi, è possibile chiedere una modifica delle condizioni di affidamento.
7) Quali Strumenti Usa Il Giudice Per Decidere Il Collocamento Del Minore Dopo Una Separazione?
Per decidere il collocamento dei figli e altre questioni legate alla separazione o al divorzio, il giudice può utilizzare vari strumenti, tra cui colloqui diretti con il minore, consulenze psicologiche (CTU) e il supporto dei servizi sociali per raccogliere informazioni sul benessere emotivo e psicologico del bambino.