La divisione della casa coniugale in caso di separazione è uno dei temi più delicati da affrontare. La casa non rappresenta soltanto un bene materiale, ma è spesso legata a ricordi, emozioni e a un senso di stabilità per i figli, se presenti.
In questo articolo esamineremo nel dettaglio le normative, i criteri e le modalità con cui la casa viene divisa in caso di separazione o divorzio, fornendo una panoramica completa sui diritti e doveri dei coniugi.
Quando la casa è di proprietà comune
Nel caso in cui la casa sia di proprietà di entrambi i coniugi, ovvero sia stata acquistata durante il matrimonio in regime di comunione dei beni, il diritto alla proprietà è condiviso al 50%. In questo scenario, si presentano due possibilità principali:
Vendita dell’immobile: Una delle soluzioni più comuni è quella di procedere con la vendita della casa e dividere il ricavato in parti uguali. Tuttavia, questa decisione richiede il consenso di entrambe le parti. Se uno dei coniugi si oppone alla vendita, potrebbe essere necessario avviare una procedura legale per forzare la vendita.
Acquisto della quota dell’altro coniuge: Un altro scenario frequente è quello in cui uno dei coniugi decide di acquistare la quota dell’altro, diventando così unico proprietario della casa. In tal caso, l’acquirente dovrà corrispondere all’altro coniuge il valore della sua metà.
Casa in caso di separazione con figli
La presenza di figli minorenni o economicamente non autosufficienti influisce notevolmente sulla destinazione della casa coniugale. In conformità con l’articolo 337-sexies del Codice Civile, il giudice può stabilire che la casa venga assegnata al coniuge presso il quale i figli risiedono stabilmente, indipendentemente dalla titolarità dell’immobile.
Questo principio mira a garantire ai figli la stabilità e la continuità dell’ambiente familiare.
È importante sottolineare che l’assegnazione della casa a uno dei coniugi è un provvedimento temporaneo, che dura finché i figli non divengono autonomi o, nel caso di minori, fino al raggiungimento della maggiore età.
La casa di proprietà esclusiva di uno dei coniugi
Quando la casa è di proprietà esclusiva di uno dei coniugi, il discorso cambia. In generale, il proprietario dell’immobile mantiene la titolarità della casa, a meno che il giudice non disponga diversamente in presenza di figli.
Anche in questo caso, la priorità sarà sempre garantire la stabilità dei figli, che potrebbero continuare a vivere nella casa con il genitore a cui vengono affidati.
Se non ci sono figli, il coniuge non proprietario non ha alcun diritto di rimanere nell’immobile, salvo accordi specifici tra le parti.
La casa in affitto: chi rimane?
Nel caso in cui la casa coniugale sia in affitto, il contratto di locazione rappresenta un altro aspetto cruciale. Anche in questo caso, la presenza di figli gioca un ruolo determinante. Se i figli minorenni rimangono con uno dei genitori, il giudice può disporre il trasferimento del contratto di affitto al coniuge affidatario.
Di fatto, il coniuge non affidatario sarà tenuto a lasciare l’abitazione, a meno che non si raggiunga un accordo tra le parti.
Nel caso in cui non ci siano figli, la decisione di chi debba rimanere nella casa in affitto può essere oggetto di negoziazione, o essere stabilita dal giudice se non si arriva a un’intesa.
Accordi extragiudiziali
Spesso, i coniugi possono trovare un accordo sulla divisione della casa senza dover ricorrere a una decisione del giudice. In questi casi, si può redigere un accordo extragiudiziale, che regolamenta la divisione del patrimonio, compresa la casa coniugale.
Gli accordi di questo tipo possono essere molto utili per evitare lunghe e costose cause giudiziarie e consentire una separazione più serena.
L’accordo deve comunque essere formalizzato e omologato dal tribunale per essere giuridicamente vincolante.
Cosa succede in caso di separazione giudiziale
Quando i coniugi non riescono a trovare un accordo, sarà il giudice a decidere come dividere la casa coniugale. La separazione giudiziale può essere un processo lungo e costoso, durante il quale il giudice valuterà numerosi fattori, tra cui:
- Chi dei due coniugi ha maggiore necessità della casa.
- L’interesse dei figli.
- La condizione economica dei coniugi.
- La proprietà o la locazione dell’immobile.
Una volta raccolte tutte le informazioni necessarie, il giudice emetterà una sentenza che stabilisce a chi verrà assegnata la casa, o se la casa debba essere venduta.
Casi particolari: la convivenza nella casa dopo la separazione
In alcuni casi, i coniugi possono decidere di continuare a convivere nella stessa abitazione anche dopo la separazione. Questa è una soluzione rara e che richiede un alto livello di collaborazione tra le parti.
Può essere presa in considerazione quando entrambi i coniugi hanno difficoltà economiche e non possono permettersi di trasferirsi altrove.
Questa opzione può essere temporanea, in attesa di un miglioramento delle condizioni economiche, o può essere un accordo a lungo termine. Tuttavia, è fondamentale che venga stabilito un regolamento chiaro sulla gestione della casa per evitare conflitti.
FAQ – Domande Frequenti
1. Cosa succede alla casa in caso di separazione se ci sono figli?
Se ci sono figli minorenni o economicamente non autosufficienti, la casa può essere assegnata al genitore con cui i figli risiedono stabilmente, indipendentemente da chi sia il proprietario dell’immobile. Questa decisione ha come obiettivo principale garantire la stabilità e il benessere dei figli.
2. Posso continuare a vivere nella casa se è di proprietà del mio coniuge?
Se la casa è di proprietà esclusiva del coniuge e non ci sono figli, di norma, il coniuge proprietario ha il diritto di mantenere l’uso esclusivo dell’immobile. Tuttavia, se ci sono figli, il giudice potrebbe decidere di assegnare temporaneamente la casa all’altro coniuge.
3. Come viene divisa la casa se è in affitto?
Se la casa coniugale è in affitto, il giudice può trasferire il contratto di locazione al coniuge con cui i figli minorenni risiedono. In assenza di figli, la decisione su chi rimane nella casa in affitto può essere oggetto di negoziazione o stabilita dal giudice.
4. È possibile vendere la casa durante la separazione?
Sì, i coniugi possono decidere di vendere la casa e dividere il ricavato, ma è necessario il consenso di entrambe le parti. Se uno dei due si oppone alla vendita, potrebbe essere necessaria un’azione legale per risolvere la questione.
5. Cosa fare se non si raggiunge un accordo sulla divisione della casa?
In caso di disaccordo, la questione sarà decisa dal giudice durante la separazione giudiziale. Il giudice terrà conto di vari fattori, tra cui la situazione economica dei coniugi, la proprietà dell’immobile e l’interesse dei figli.
La divisione della casa coniugale in caso di separazione dipende da molteplici fattori, tra cui il regime patrimoniale, la presenza di figli e la capacità economica dei coniugi.
È sempre consigliabile cercare di raggiungere un accordo amichevole per evitare lunghe battaglie legali, ma in caso di conflitto, sarà il giudice a prendere una decisione in merito.