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PILLOLE di DIRITTO - Pubblicazioni

Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Come togliere il mantenimento alla moglie: Revoca e Modifica

Indice

L’assegno di mantenimento rappresenta un sostegno economico che spetta all’ex coniuge in specifiche circostanze.

Esploriamo quando e come è possibile richiedere la modifica o l’eliminazione dell’assegno di mantenimento di questo obbligo, in particolare per chi desidera sapere come togliere il mantenimento alla moglie.

Quando spetta l’assegno di mantenimento?

L’assegno di mantenimento è dovuto in caso di sproporzione di reddito tra i coniugi e quando il richiedente si trova in difficoltà economiche non attribuibili a sue scelte.

Affinché il mantenimento venga concesso, devono sussistere tre requisiti fondamentali:

  • Sproporzione delle capacità economiche: deve esserci una differenza significativa tra i redditi dei coniugi.
  • Impossibilità di autosufficienza: il richiedente deve trovarsi in una situazione in cui non può mantenersi autonomamente.
  • Non imputabilità della colpa: il richiedente non deve essere considerato responsabile della fine del matrimonio.

Ad esempio, se una moglie guadagna uno stipendio da insegnante (circa 1.500 euro al mese) e il marito ha un reddito elevato (5.000 euro al mese da un’attività imprenditoriale), ma la donna è autosufficiente, non potrà ricevere l’assegno.

Tuttavia, se la moglie ha rinunciato alla carriera per prendersi cura della famiglia e dei figli, il mantenimento le sarà garantito.

Un esempio tipico è quello della moglie che ha dedicato gli ultimi dieci anni a crescere i figli, rinunciando a un lavoro ben retribuito.

In questa situazione, il marito potrebbe essere obbligato a versare un assegno di mantenimento per compensare la sua decisione di rimanere a casa.

Giurisprudenza:
Cass. Civ., Sez. I, Sent. n. 3378 del 2018: “In tema di mantenimento, è necessario che il richiedente dimostri l’impossibilità di provvedere autonomamente al proprio sostentamento a causa di fattori esterni, come la rinuncia a opportunità lavorative per il benessere della famiglia.”

Come si calcola il mantenimento?

Il calcolo del mantenimento non si basa più sul tenore di vita della coppia durante il matrimonio.

Il giudice considera solo quanto necessario al coniuge richiedente per vivere dignitosamente. In particolare, non si tiene conto delle trattenute in busta paga se non si dimostra la necessità di quelle spese.

Se un marito guadagna 3.000 euro al mese, ma ha anche debiti consistenti per prestiti e mutui, il giudice dovrà valutare la sua reale capacità economica prima di stabilire l’importo del mantenimento.

Se il coniuge richiedente ha spese mensili di 800 euro per affitto, 200 euro per utenze e 400 euro per alimenti, il giudice stabilirà un importo che copra queste necessità, non basandosi sul reddito lordo del marito.

Così se ad esempio la coppia viveva in un appartamento di lusso, dopo la separazione, la moglie potrebbe doversi adattare ad un’abitazione più modesta. Il giudice in questo caso può considerare le spese essenziali della donna, senza tenere conto del precedente tenore di vita.

Giurisprudenza:
Cass. Civ., Sez. I, Sent. n. 1880 del 2017: “Il mantenimento deve essere stabilito in base alle esigenze reali del richiedente e non più sul tenore di vita goduto in costanza di matrimonio, considerando le necessità fondamentali.”

Come eliminare il mantenimento alla moglie

Se la coppia è separata ma non ancora divorziata, il marito può interrompere il pagamento del mantenimento attraverso la riconciliazione.

Questo avviene quando i coniugi ripristinano un legame affettivo e vivono insieme in modo stabile.

La riconciliazione non richiede documentazione formale, ma è essenziale che i comportamenti dei coniugi dimostrino la volontà di riprendere la convivenza.

La coppia che, dopo un periodo di separazione, decide di tornare insieme e riprendere una vita coniugale e pertanto iniziano a condividere nuovamente le spese e a vivere sotto lo stesso tetto, possono dichiarare la riconciliazione al giudice.

Giurisprudenza:
Cass. Civ., Sez. I, Sent. n. 1433 del 2020: “La riconciliazione fra coniugi implica l’automatica cessazione del diritto al mantenimento, a prescindere dalla forma giuridica adottata per formalizzare il ritorno alla convivenza.”

Come ridurre il mantenimento all’ex moglie

È possibile richiedere una revisione dell’assegno anche dopo la separazione o il divorzio. Questa richiesta è valida solo se ci sono cambiamenti significativi nelle condizioni economiche di uno dei due coniugi.

Caso tipico è quello della ex moglie che riesce a ottenere un contratto di lavoro part-time (per esempio, 800 euro al mese). In tal caso l’ex marito può ricorrere in tribunale affinché venga ridotto l’importo del mantenimento, alla luce delle mutate condizioni economiche della donna.

Un altro esempio: un marito che perde il lavoro e si trova in difficoltà economiche potrebbe richiedere una revisione del mantenimento, sostenendo che non è più in grado di pagare l’importo stabilito in precedenza. 

Giurisprudenza:
Cass. Civ., Sez. I, Sent. n. 4567 del 2019: “La revisione dell’assegno di mantenimento è ammissibile se ci sono mutamenti sostanziali nelle circostanze economiche dei coniugi, dando priorità al principio di equità e proporzionalità.”

Annullamento del matrimonio e mantenimento

In caso di annullamento del matrimonio, le obbligazioni economiche tra coniugi cessano di esistere.

In questo caso, se la coppia decide di richiedere l’annullamento, il marito non sarà più obbligato a versare alcun mantenimento, poiché non sussistono più i vincoli del matrimonio.

La giurisprudenza stabilisce che, se viene dichiarato nullo il matrimonio, le obbligazioni economiche tra coniugi cessano di esistere.

Giurisprudenza:
Cass. Civ., Sez. I, Sent. n. 1092 del 2022: “In caso di annullamento del matrimonio, le obbligazioni economiche derivanti dal medesimo cessano automaticamente, rendendo nullo il diritto al mantenimento.”

FAQ: Come smettere di pagare il mantenimento

  1. Come posso chiedere di ridurre l’assegno di mantenimento?
    È necessario presentare una richiesta formale al giudice, documentando le variazioni delle proprie condizioni economiche.
  2. Cosa succede se non pago l’assegno di mantenimento?
    Il coniuge non pagante può essere perseguito legalmente, con conseguenze che possono includere il pignoramento dei beni.
  3. Posso richiedere l’assegno di mantenimento se ho un lavoro?
    Sì, ma il giudice valuterà se il tuo stipendio è sufficiente per coprire le tue necessità fondamentali.
  4. Cosa fare se l’ex moglie non utilizza l’assegno di mantenimento in modo appropriato?
    Puoi rivolgerti al tribunale e richiedere una revisione dell’assegno, dimostrando che l’ex coniuge non sta gestendo le finanze in modo responsabile.
  5. Qual è la differenza tra assegno di mantenimento e alimenti?
    L’assegno di mantenimento è un supporto economico per l’ex coniuge, mentre gli alimenti sono destinati a garantire il sostentamento in stato di bisogno.
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