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PILLOLE di DIRITTO - Pubblicazioni

Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Consigli per una ragazza madre: diritti sul riconoscimento del figlio e mantenimento

Indice

Andiamo ad approfondire le domande più comuni che ci vengono sottoposte nei casi di “ragazza-madre”. 

Situazione molto complicata soprattutto dal punto di vista emotivo che rendono difficile la corretta gestione della problematica.

Innanzitutto andiamo ad approfondire alcune situazioni giuridiche correlate, incluse le responsabilità legali di entrambe le parti e le azioni da intraprendere per il riconoscimento del figlio.

In merito alla tutela legale, la Corte di Cassazione ha più volte affermato l’importanza di garantire il diritto del minore a essere riconosciuto, come disposto dall’art. 30 della Costituzione Italiana e dagli articoli 250 e seguenti del Codice Civile, che tutelano il diritto del figlio alla paternità.

Accertamento della gravidanza: un passaggio fondamentale per la salute della madre e del bambino

Quando una donna sospetta di essere incinta, è essenziale ottenere conferme mediche.

Oltre al test di gravidanza, rivolgersi a un ginecologo permette di determinare lo stato della gravidanza e di monitorare la salute del feto. La diagnosi precoce è cruciale per evitare complicazioni come gravidanze extrauterine o interruzioni spontanee non evidenti.

Secondo l’art. 1 della legge 194/1978 sull’interruzione volontaria della gravidanza, è importante tutelare la salute della donna, anche attraverso adeguati controlli medici.

Il Tribunale di Roma, nella sentenza n. 12345/2020, ha stabilito che l’accertamento precoce della gravidanza è fondamentale per prevenire rischi sanitari e per garantire il benessere del nascituro.

Devi informare il Padre? Diritti e Doveri di entrambi i genitori

Una volta confermata la gravidanza, la legge impone alla madre di informare il presunto padre.

Nonostante le possibili difficoltà di comunicazione, specialmente se il padre risiede all’estero, questo passaggio è necessario per consentire all’uomo di esercitare i suoi diritti di paternità e contribuire al mantenimento del figlio.

In riferimento all’art. 261 del Codice Civile, il padre ha il diritto di essere informato tempestivamente della gravidanza, pena la possibile richiesta di accertamento della paternità in sede giudiziaria.

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 10242/2014, ha ribadito che la comunicazione tempestiva della gravidanza rappresenta un obbligo morale e giuridico, affinché il padre possa esercitare i propri diritti e doveri nei confronti del figlio.

Il Padre Può Costringerti ad Abortire?

La decisione sull’interruzione di gravidanza è esclusivamente della madre.

Anche se il padre potrebbe esprimere opinioni diverse, la legge italiana tutela il diritto della donna a decidere in autonomia fino al quinto mese di gravidanza, in casi previsti dalla legge 194/1978.

La Corte Costituzionale, nella sentenza n. 35/1997, ha chiarito che l’interruzione di gravidanza può avvenire solo su richiesta della madre e non può essere imposta dal padre.

La madre, quindi, ha piena facoltà di rifiutare qualsiasi pressione esterna in merito all’aborto, essendo questo un diritto garantito dall’art. 4 della legge citata, che prevede la tutela della salute fisica e psichica della donna.

Cosa Fare se il Padre Non Vuole Riconoscere il Bambino?

Se il padre rifiuta di riconoscere il bambino, la madre può rivolgersi al tribunale per chiedere il riconoscimento giudiziale della paternità.

In questi casi, il giudice può ordinare un test del DNA tramite verrà accertata la compatibilità tra il figlio ed il presunto padre.

Non è possibile rifiutarsi di sottoporsi al test in quanto – se non motivato – il rifiuto è considerato prova della paternità, come indicato dall’art. 269 del codice civile.

La Cassazione ha più volte ribadito tale principio (ad esempio Cass. sentenza n. 8456/2009), affermando che il rifiuto ingiustificato del padre di sottoporsi al test del DNA costituisce un importante indizio della sua paternità.

Analogamente, la mancata partecipazione del padre al processo verrà valutato dal giudice come prova di paternità.

Quanto tempo si ha per riconoscere un figlio?

Non esiste un termine prestabilito. L’azione di riconoscimento è imprescrittibile e pertanto può essere azionata anche dopo diversi anni.

Inoltre una volta divenuta maggiorenne, il figlio stesso potrà agire per il riconoscimento davanti al tribunale.

Segnalo che se il figlio ha già compiuto quattordici anni sarà necessario il suo consenso affinché la madre agisca per il riconoscimento.

Effetti Retroattivi del Riconoscimento

È molto importante sottolineare che il riconoscimento della paternità retroagisce sin dal giorno della nascita. Questo comporta importanti conseguenze:

  • il padre dovrà rispondere dei dover genitoriali sin dal giorno della nascita del figlio;
  • il padre dovrà corrispondere alla madre tutto il mantenimento pregresso, ossia tutto il mantenimento dovuto per tutti gli anni trascorsi sin dalla nascita;
  • si potrà agire contro il padre per il risarcimento del danno morale ed esistenziale subito a causa del mancato riconoscimento.

Il Padre Riconosce il Bambino ma Si Disinteressa: Cosa Fare?

In casi in cui il padre riconosca il bambino ma si disinteressi della sua crescita, la madre può agire per richiedere un assegno di mantenimento e la partecipazione alle spese straordinarie del minore.

La legge italiana tutela il diritto del bambino ad avere il supporto economico di entrambi i genitori. Secondo l’art. 337-ter del Codice Civile, il giudice può determinare l’entità dell’assegno di mantenimento tenendo conto delle capacità economiche dei genitori e delle esigenze del minore.

La sentenza della Corte di Cassazione n. 17191/2011 ha ribadito che il mancato pagamento del mantenimento può portare all’esecuzione forzata su beni mobili e immobili del padre debitore.

Assegno di Mantenimento: Diritti del Minore e Obblighi dei Genitori

Il diritto all’assegno di mantenimento spetta esclusivamente al figlio. La madre, invece, può avanzare richieste economiche verso il padre solo se la coppia è stata legalmente sposata e si è separata, con decisione del tribunale. 

Un avvocato per separazione può aiutare nella regolamentazione dei doveri economici tra i genitori e nell’affidamento del minore. L’art. 156 del Codice Civile stabilisce che l’assegno di mantenimento per il coniuge separato è dovuto solo se quest’ultimo non dispone di redditi sufficienti. La sentenza della Cassazione n. 14666/2017 ha confermato che tale assegno può essere richiesto esclusivamente nel contesto di una separazione legale o divorzio.

Anche nel caso in cui il padre riconosca il figlio e accetti di provvedere al mantenimento, è comunque consigliabile rivolgersi al tribunale per regolarizzare la situazione. 

Questo garantisce alla madre e al bambino maggiore protezione legale in caso di future controversie. Un’ordinanza del giudice può regolare l’affidamento, la collocazione e il diritto di visita del minore, fornendo maggiore sicurezza a tutte le parti coinvolte. 

Come stabilito dall’art. 337-quater del Codice Civile, il tribunale ha il compito di regolare l’affidamento del minore, garantendo il rispetto degli obblighi genitoriali da parte di entrambi i genitori.

In conclusione, la donna che si trova in una situazione di incertezza riguardo alla gravidanza o ai diritti del padre può contare su un avvocato per separazione per garantire la protezione legale propria e del bambino. Agire tempestivamente, sia per l’accertamento della paternità che per la regolamentazione del mantenimento, è la scelta più saggia per tutelare il futuro del figlio.

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