PILLOLE di DIRITTO - Pubblicazioni

Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Nessun Assegno Divorzile quando il Sacrificio delle Aspettative Professionali è Stato Già Compensato

Indice

La Definizione Giudiziale dell’Assegno Divorzile

In tema di definizione giudiziale della crisi coniugale, per l’attribuzione dell’assegno divorzile richiesto in funzione perequativo-compensativa, il giudice deve valutare se nel corso della vita matrimoniale siano stati negoziati accordi coniugali recanti attribuzioni patrimoniali o elargizioni in denaro.

Tali accordi possono aver già operato un riequilibrio tra le rispettive condizioni economiche, oppure se, al momento del divorzio, permanga ancora un significativo divario patrimoniale e reddituale.

Questo divario deve essere riconducibile al sacrificio, o meno, di uno di essi durante la vita coniugale, potendosi, infatti, giustificare – solo nel secondo caso – l’attribuzione giudiziale dell’assegno divorzile.

Il Caso Giuridico

Il Tribunale di Pordenone ha riconosciuto a Tizia l’assegno divorzile di € 1.000,00 mensili in ragione della sua comprovata partecipazione in costanza di matrimonio alle attività professionale del marito Caio.

L’importanza di tale riconoscimento è che dimostra come il contributo del coniuge, anche se non monetario, possa essere considerato significativo ai fini dell’assegno.

Il Tribunale richiamava altresì, quale prova di detto contributo, l’accordo transattivo firmato dai coniugi dopo la separazione mediante il quale hanno definito tutti i loro rapporti economici.

In tale contesto, la sottoscrizione di accordi patrimoniali può servire a dimostrare che il coniuge ha già ricevuto compensi per il suo contributo al patrimonio familiare, riducendo così la necessità di ulteriori pretese economiche.

La Corte d’Appello ha respinto l’impugnativa presentata dal marito Caio e confermato la decisione del Tribunale ritenendo provato che la moglie avesse collaborato con il marito in una lunga vicenda familiare e lavorativa.

Inoltre, ha evidenziato che il suo contributo era stato riconosciuto anche con la divisione delle società e la dazione di una cospicua somma di denaro previste dall’accordo transattivo firmato a seguito della separazione.

Ciò dimostra come il riconoscimento del contributo del coniuge all’economia familiare possa influenzare in modo significativo la decisione del giudice riguardo l’assegno divorzile.

Il Ricorso per Cassazione sul riconoscimento dell’assegno divorzile

Il marito ha presentato ricorso per Cassazione eccependo la violazione e falsa applicazione dell’art. 5, comma 6, l. 898/1970. I Giudici di merito hanno errato nell’indagine sulla sussistenza dei presupposti previsti dalla legge per il riconoscimento dell’assegno divorzile riguardo la sussistenza di un divario reddituale tra le parti e alla mancanza di mezzi adeguati della ex moglie.

La Suprema Corte di Cassazione, con ordinanza (Cass. civ. 29 luglio 2024 n. 21111), ha accolto il motivo di gravame e cassato con rinvio la sentenza impugnata. 

Ha rilevato che i Giudici di merito non avevano effettuato una corretta applicazione dei principi in materia di assegno divorzile, riconoscendolo sul presupposto che la moglie non godesse di redditi adeguati e avesse fornito un contributo all’attività lavorativa del marito, senza tuttavia considerare correttamente i loro accordi sottoscritti nel 2011.

Accordi Patrimoniali: Rilevanza e Impatto sulla Riconoscibilità dell’Assegno

Un aspetto di rilievo riguarda il tema degli accordi patrimoniali che i coniugi abbiano eventualmente negoziato tra loro. Tali accordi, per le loro modalità di stipula e gli effetti economici generati, possono influire sulla riconoscibilità dell’assegno. 

La Suprema Corte ha chiarito come quando esistano accordi che abbiano comportato attribuzioni patrimoniali o elargizioni monetarie, tali attribuzioni possano aver già determinato un riequilibrio delle condizioni economiche tra i coniugi.

Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che i giudici di merito non avessero valutato il peso degli accordi patrimoniali siglati dai coniugi nel 2011. Questi accordi avrebbero dovuto essere considerati ai fini della determinazione del diritto all’assegno divorzile.

Infatti, un accordo transattivo può incidere sul diritto al riconoscimento dell’assegno divorzile, considerando la cessione di diritti patrimoniali di valore superiore all’importo dell’assegno richiesto.

Considerazioni Finali: L’Importanza di un Approccio Bilanciato

In conclusione, il riconoscimento dell’assegno divorzile si giustifica solo nel caso in cui persista uno squilibrio economico significativo, non compensato da eventuali accordi patrimoniali. 

È fondamentale che il giudice esamini tutti gli aspetti della situazione economica dei coniugi, incluse le elargizioni monetarie e i diritti patrimoniali già concordati, al fine di adottare una decisione equa e giustificata.

La sentenza in esame fornisce interessanti spunti per comprendere i criteri di attribuzione dell’assegno divorzile in presenza di accordi patrimoniali pregressi. 

Le determinazioni giuridiche evidenziate dalla Corte di Cassazione sottolineano come, in caso di accordi patrimoniali pregressi, l’assegno divorzile non possa essere automaticamente attribuito, ma debba sempre essere analizzato nel contesto delle scelte di vita e delle aspettative professionali sacrificate durante il matrimonio.

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