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PILLOLE di DIRITTO - Pubblicazioni

Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Assegnazione Casa Coniugale: Cosa Succede Se il Figlio Torna Solo nel Weekend?

Indice

In caso di separazione o divorzio, la questione dell’assegnazione della casa coniugale è una delle più delicate, soprattutto quando sono coinvolti figli minorenni o maggiorenni non ancora autosufficienti.

Ma cosa succede quando un figlio torna a casa solo nei fine settimana? È legittimo mantenere l’assegnazione della casa coniugale in questi casi? Scopriamo insieme come funziona la legge e cosa dicono le sentenze della Cassazione e dei tribunali in merito.

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Cos’è l’Assegnazione della Casa Coniugale?

L’assegnazione della casa coniugale è un diritto riconosciuto al coniuge che si occupa principalmente della cura dei figli, garantendo loro di crescere in un ambiente familiare stabile. Questa misura non è un sostegno economico, ma serve a evitare il trauma di un cambiamento drastico nell’ambito familiare.

Se i figli vivono stabilmente con uno dei genitori, il giudice può disporre l’assegnazione della casa coniugale a questo genitore, solitamente la madre.

L’assegnazione della casa coniugale è disposta quando è necessario proteggere l’interesse del minore. Questo accade soprattutto quando i figli vivono abitualmente nella casa con uno dei genitori.

Se i figli sono già in grado di vivere autonomamente (ad esempio, se frequentano l’università o lavorano in un’altra città), la situazione cambia e l’assegnazione può essere revocata.

Cosa Succede Se il Figlio Torna a Casa Occasionalmente?

Secondo la Cassazione, l’assegnazione della casa coniugale non può essere giustificata da un’ospitalità saltuaria del figlio. Se il figlio torna a casa solo qualche volta durante i fine settimana o per le vacanze, non si può parlare di convivenza, ma di ospitalità. In questi casi, il genitore che non ha l’assegnazione della casa coniugale può chiedere la restituzione dell’immobile.

La giurisprudenza conferma che il diritto di abitazione si fonda sulla convivenza stabile, e non può essere esteso a situazioni in cui il figlio ritorna saltuariamente. Il tribunale di Reggio Calabria ha ribadito che i rientri sporadici non giustificano l’assegnazione della casa coniugale.

Revoca della Casa Coniugale: Quando Accade?

La revoca dell’assegnazione della casa coniugale può verificarsi in due principali situazioni:

  • Se il figlio si trasferisce stabilmente altrove, come nel caso di un figlio che frequenta l’università o ha un lavoro a tempo pieno in un’altra città.
  • Se il figlio inizia a vivere autonomamente, anche se rientra occasionalmente nella casa coniugale.

Nel caso di separazione, quando il figlio non vive stabilmente nell’abitazione, la revoca del diritto di abitazione è una decisione legittima da parte del giudice.

Assegnazione Casa Familiare: Il Caso del Figlio Maggiorenne Non Autosufficiente

Il concetto sopra esposto deve però tenere conto della situazione nel suo complesso e pertanto è necessario valutare se in effetti il figlio abbia raggiunto almeno “parzialmente” una propria autonomia.

In merito si segnala la Cassazione n. 23473/2020, dove si chiarisce che la convivenza del figlio con il genitore assegnatario della casa coniugale non è necessariamente esclusa solo perché il figlio maggiorenne ritorna solo nei weekend.

Nel caso specifico, la Corte ha riconosciuto il diritto della madre a mantenere l’assegnazione della casa coniugale, poiché il figlio, pur non vivendo stabilmente presso di lei, non ha ancora raggiunto l’autosufficienza economica. La convivenza settimanale, anche se intermittente, è stata sufficiente a giustificare l’assegnazione della casa alla madre.

La Convivenza Settimanale e L’Assegnazione della Casa Coniugale

La Cassazione ha escluso che il requisito della convivenza debba essere necessariamente legato a una coabitazione quotidiana. In effetti, la presenza settimanale del figlio, che ritorna a casa nei weekend, è sufficiente per mantenere l’assegnazione della casa al genitore che se ne occupa.

Questo principio si allinea con una visione più flessibile della convivenza, riconoscendo che i legami familiari possono manifestarsi in modalità diverse, anche nei casi di figli maggiorenni non completamente indipendenti.

Pertanto secondo la Cassazione, anche se il figlio non vive stabilmente con il genitore, ma fa ritorno a casa settimanalmente, si può parlare di convivenza ai fini dell’assegnazione della casa familiare. In questo caso, il figlio non è considerato autonomo economicamente, e ciò giustifica la permanenza del diritto di abitazione in capo alla madre, in attesa di un cambiamento nelle sue condizioni economiche.

Casa Coniugale e Figli: Le Risposte alle Domande Frequenti su Separazione e Divorzio

1. Cosa succede all’assegnazione della casa coniugale se il figlio torna a casa solo occasionalmente?

L’assegnazione della casa coniugale non può essere giustificata dalla sola ospitalità saltuaria del figlio. In questi casi, il genitore senza l’assegnazione può richiederne la restituzione.

2. Quando può essere revocata l’assegnazione della casa coniugale?

L’assegnazione può essere revocata se il figlio si trasferisce stabilmente altrove o inizia a vivere autonomamente, anche se torna occasionalmente.

3. La convivenza settimanale giustifica l’assegnazione della casa coniugale?

Sì, la convivenza settimanale, come nel caso di un figlio che torna a casa nei weekend, è sufficiente per mantenere l’assegnazione della casa coniugale, se sussistono ancora dei legami di dipendenza con il nucleo familiare.

4. Cosa dice la Cassazione sull’assegnazione della casa coniugale per i figli maggiorenni non autosufficienti?

La Cassazione ha riconosciuto che la convivenza settimanale, anche se intermittente, giustifica il mantenimento dell’assegnazione della casa coniugale per il genitore che se ne occupa, finché il figlio non è autosufficiente.

5. L’assegnazione della casa coniugale può essere modificata se il figlio è maggiorenne?

Sì, se il figlio maggiorenne è in grado di vivere autonomamente o si trasferisce per motivi di studio o lavoro, l’assegnazione può essere modificata o revocata.

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