PILLOLE di DIRITTO - Pubblicazioni

Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Quando la Moglie Non Ha Diritto all’Assegno Divorzile? [2025]

Indice

Quando non è dovuto l’assegno divorzile?

Quando la moglie non ha diritto all’assegno divorzile? La risposta è chiara: l’assegno divorzile non spetta alla moglie se questa ha un’autonomia economica sufficiente a garantirle un tenore di vita dignitoso, se ha intrapreso una nuova convivenza stabile, o se non riesce a dimostrare di aver sacrificato la propria carriera per la famiglia.

Facciamo un esempio concreto: Marco e Laura si sono separati dopo dieci anni di matrimonio. Laura chiede un assegno divorzile, ma il giudice lo nega perché lei ha un reddito annuo di 50.000 euro e una casa di proprietà. In questo caso, Laura non ha diritto all’assegno divorzile perché è economicamente indipendente.

Se vuoi sapere se l’assegno divorzile può esserti negato, contatta il nostro Avvocato Divorzista a Bologna per una consulenza personalizzata, anche in video-call.

Corte d’Appello di Bologna, Sentenza n. 1256/2019

“Per la concessione dell’assegno divorzile non è più determinante il confronto con il tenore di vita matrimoniale, ma l’accertamento dell’inadeguatezza dei mezzi del coniuge richiedente, considerando non solo l’assenza di redditi adeguati, ma anche il contributo dato alla formazione del patrimonio familiare e dell’altro coniuge.”

Cos’è L’Assegno Divorzile?

L’assegno divorzile è un contributo economico che un ex coniuge deve versare all’altro dopo il divorzio, se quest’ultimo non dispone di mezzi adeguati per mantenere un tenore di vita dignitoso.

Tribunale di Bologna, Sentenza del 26 aprile 2018

“Non sussiste il diritto all’assegno divorzile quando l’ex coniuge richiedente dispone di un reddito da lavoro dipendente stabile, di una casa di proprietà e di risparmi che gli consentono di mantenere un tenore di vita autonomo e dignitoso, indipendentemente dal confronto con il tenore di vita goduto durante il matrimonio.”

Differenza Tra Assegno Di Mantenimento E Assegno Divorzile

Molti confondono l’assegno di mantenimento con l’assegno divorzile, ma sono due strumenti giuridici distinti:

  • L’assegno di mantenimento viene riconosciuto durante la separazione per garantire il tenore di vita pregresso.
  • L’assegno divorzile, invece, viene concesso solo dopo il divorzio e ha una funzione assistenziale, compensativa o perequativa.

L’assegno divorzile è un contributo economico che uno dei due ex coniugi può essere obbligato a versare all’altro dopo il divorzio. A differenza dell’assegno di mantenimento, che viene riconosciuto nella fase di separazione, l’assegno divorzile ha una funzione assistenziale, compensativa e perequativa, valutata in base alle condizioni economiche di entrambi gli ex coniugi.

Il suo scopo principale non è quello di garantire lo stesso tenore di vita matrimoniale, ma di assicurare che l’ex coniuge economicamente più debole possa mantenere una vita dignitosa, tenendo conto degli eventuali sacrifici fatti durante il matrimonio.

Cassazione Civile, Sezioni Unite, Sentenza n. 18287/2018

“L’assegno divorzile ha una funzione assistenziale, ma anche perequativo-compensativa, che discende direttamente dal principio costituzionale di solidarietà e che valorizza il contributo fornito dall’ex coniuge economicamente più debole alla formazione del patrimonio della famiglia e dell’altro coniuge.”

Quando La Moglie Non Ha Diritto All’Assegno Divorzile?

L’assegno divorzile non viene riconosciuto in modo automatico, ma dipende dalla valutazione del giudice in base a diversi criteri. In alcuni casi, la moglie potrebbe non avere diritto a ricevere l’assegno, soprattutto se riesce a dimostrare di essere economicamente autosufficiente o se emergono determinate circostanze che escludono l’obbligo di mantenimento da parte dell’ex marito.

La Moglie È Economicamente Autosufficiente

Uno dei principali motivi per cui l’assegno divorzile può essere negato è l’autosufficienza economica della moglie. Se l’ex coniuge ha un reddito stabile, una professione remunerativa o beni patrimoniali che le consentono di mantenere un tenore di vita dignitoso, il giudice potrebbe ritenere non necessario alcun contributo economico da parte dell’ex marito.

Per stabilire se la moglie ha mezzi adeguati per vivere, vengono analizzati diversi fattori:

  • Il reddito mensile e annuale derivante da lavoro dipendente o autonomo.
  • La proprietà di beni immobili e investimenti finanziari.
  • L’eventuale percezione di altri redditi, come affitti o rendite.
  • Il tenore di vita mantenuto dopo il divorzio, rispetto a quello goduto durante il matrimonio.

Se la moglie ha una condizione economica solida, il tribunale può negare l’assegno divorzile o stabilire un importo simbolico.

Tribunale di Bologna, Sentenza del 14 settembre 2019

“Non sussiste il diritto all’assegno divorzile quando la moglie percepisce un reddito annuo di euro 36.000, possiede un immobile di proprietà e dispone di investimenti finanziari per circa euro 50.000, potendo in tal modo garantirsi autonomamente un tenore di vita dignitoso, coerente con le proprie capacità e la propria posizione sociale.”

Il Matrimonio È Stato Troppo Breve

La durata del matrimonio è un altro elemento fondamentale. Se il matrimonio è stato molto breve, la moglie potrebbe non avere diritto all’assegno, soprattutto se ha avuto il tempo e le possibilità di mantenere una propria indipendenza economica.

In questi casi, il giudice può stabilire che la separazione non ha avuto un impatto significativo sulla sua situazione finanziaria, escludendo così l’obbligo dell’ex marito di versare l’assegno divorzile.

Corte d’Appello di Bologna, Sentenza n. 1567/2018

“In caso di matrimonio di breve durata (nella specie, tre anni) senza figli, durante il quale entrambi i coniugi hanno mantenuto la propria indipendenza economica e professionale, non sussistono i presupposti per la concessione dell’assegno divorzile, in quanto la breve convivenza matrimoniale non ha determinato squilibri economici né sacrifici professionali per alcuno dei coniugi.”

La Moglie Convive Con Un Nuovo Partner O Si Risposa

Se la moglie inizia una nuova convivenza stabile o si risposa, perde automaticamente il diritto a ricevere l’assegno divorzile. Questo perché il mantenimento ha lo scopo di garantire un equilibrio economico dopo la fine del matrimonio, ma non è più dovuto se la moglie ha ricostruito una nuova vita sentimentale e patrimoniale con un altro compagno.

Per provare la nuova convivenza stabile, possono essere raccolti elementi come:

  • Residenza comune con il nuovo partner.
  • Spese condivise e gestione economica congiunta.
  • Testimonianze o documentazione che dimostri una relazione consolidata.

Tribunale di Bologna, Sentenza del 3 novembre 2020

“La stabile convivenza more uxorio, accertata sulla base di elementi univoci quali la condivisione della medesima abitazione, la gestione comune delle spese quotidiane e la presentazione come coppia nella vita sociale, determina la cessazione del diritto all’assegno divorzile, anche in assenza di una formale variazione della residenza.”

La Moglie Ha Rifiutato Opportunità Lavorative

Se la moglie ha volontariamente rifiutato opportunità di lavoro che le avrebbero permesso di raggiungere l’indipendenza economica, il giudice potrebbe negarle l’assegno divorzile. L’obiettivo della legge non è quello di garantire un sostegno economico illimitato, ma di favorire l’autosufficienza della parte economicamente più debole.

In particolare, il tribunale potrebbe negare o ridurre l’assegno se emerge che la moglie:

  • Ha rifiutato offerte di lavoro adeguate alla sua esperienza e formazione.
  • Ha evitato di aggiornare le proprie competenze professionali per migliorare la propria condizione economica.
  • Ha scelto di non lavorare senza una motivazione valida, nonostante le opportunità disponibili.

Corte d’Appello di Bologna, Sentenza n. 2451/2022

“Non sussiste il diritto all’assegno divorzile quando la richiedente, pur essendo qualificata professionalmente e in buone condizioni di salute, ha deliberatamente rifiutato offerte di lavoro congrue alle proprie competenze, dimostrando così una volontaria rinuncia all’autosufficienza economica che non può essere posta a carico dell’ex coniuge.”

La Moglie Ha Un Patrimonio Personale Significativo

Anche se la moglie non ha un reddito da lavoro, l’assegno divorzile può essere negato se possiede un patrimonio personale di valore, sufficiente a garantirle una vita dignitosa.

Il giudice prende in considerazione:

  • Proprietà immobiliari e rendite derivanti da affitti.
  • Investimenti finanziari e liquidità sui conti bancari.
  • Eredità ricevute o altre risorse patrimoniali significative.

Se la moglie dispone di mezzi economici propri, il tribunale può escludere l’assegno divorzile o stabilire un importo minimo.

Tribunale di Bologna, Sentenza del 18 marzo 2021

“Non ha diritto all’assegno divorzile l’ex coniuge che, pur non svolgendo attività lavorativa, è titolare di un patrimonio immobiliare di significativo valore (nella specie, due appartamenti in zone centrali della città concessi in locazione) e di investimenti finanziari che generano rendite sufficienti a garantire un’esistenza autonoma e dignitosa.”

Il Comportamento Della Moglie Durante Il Matrimonio

In alcuni casi, il comportamento della moglie durante il matrimonio può influenzare la decisione del giudice. Sebbene il divorzio sciolga il legame coniugale senza colpe, ci sono situazioni in cui atti gravi da parte della moglie possono incidere sul diritto all’assegno.

Esempi di circostanze che possono portare alla negazione dell’assegno includono:

  • Tradimento con conseguenze economiche per il marito (ad esempio, sperpero di denaro per un amante).
  • Comportamenti gravemente lesivi della convivenza matrimoniale, come violenza o maltrattamenti.
  • Frode o inganni economici a danno del marito.

Anche se questi elementi non sempre portano all’esclusione dell’assegno divorzile, possono essere presi in considerazione dal giudice nella decisione finale.

Come Agire Se L’Assegno Divorzile È Stato Negato?

Se il tribunale ha negato l’assegno divorzile, è fondamentale comprendere le motivazioni della decisione e valutare le possibili azioni legali per tutelare i propri diritti. Esistono diversi strumenti giuridici per contestare la sentenza o richiedere una revisione della decisione in caso di cambiamenti delle condizioni economiche.

Analizzare Le Motivazioni Della Sentenza

Il primo passo è leggere attentamente la sentenza di divorzio per individuare le ragioni che hanno portato alla negazione dell’assegno divorzile. Il giudice può aver respinto la richiesta per diversi motivi, tra cui:

  • Autosufficienza economica del richiedente.
  • Breve durata del matrimonio.
  • Nuova convivenza o matrimonio del coniuge richiedente.
  • Rifiuto di opportunità lavorative.
  • Disponibilità di un patrimonio personale adeguato.

Se la decisione appare ingiusta o basata su una valutazione errata, è possibile valutare un ricorso in appello.

Presentare Ricorso In Appello

Se si ritiene che la sentenza sia viziata da errori di diritto o da una valutazione incompleta delle prove, si può presentare un ricorso in appello entro 30 giorni dalla notifica della sentenza.

L’appello deve essere motivato da:

  • Errori nella valutazione delle condizioni economiche.
  • Mancata considerazione di elementi rilevanti.
  • Applicazione errata delle norme di legge.

Il giudice di secondo grado riesaminerà il caso e potrà confermare, modificare o annullare la decisione di primo grado. Tuttavia, l’appello è un procedimento complesso che richiede il supporto di un avvocato specializzato in diritto di famiglia.

Corte d’Appello di Bologna, Sentenza n. 1824/2022

“In sede di appello, la revisione della decisione di primo grado in materia di assegno divorzile richiede la specifica deduzione e dimostrazione dell’errore valutativo del primo giudice, non essendo sufficiente una generica contestazione dell’esito del giudizio o la mera riproposizione delle domande già esaminate e respinte.”

Richiedere Una Revisione Dell’Assegno Divorzile

Anche se l’assegno divorzile è stato inizialmente negato, è possibile richiederne la revisione in futuro se cambiano le condizioni economiche o personali.

Le circostanze che possono giustificare una nuova richiesta includono:

  • Perdita del lavoro o riduzione del reddito.
  • Sopravvenute difficoltà economiche del richiedente.
  • Deterioramento delle condizioni di salute che impedisce di lavorare.
  • Miglioramento della situazione economica dell’ex coniuge obbligato.

Per ottenere la revisione, è necessario dimostrare con prove concrete che le condizioni economiche sono cambiate in modo significativo rispetto a quelle valutate nella sentenza di divorzio.

Tribunale di Bologna, Ordinanza del 7 dicembre 2021

“La revisione delle condizioni di divorzio relativamente all’assegno divorzile richiede la prova di sopravvenuti mutamenti delle condizioni economiche delle parti, significativi e non previsti o prevedibili al momento della pronuncia. Nel caso di specie, la perdita del posto di lavoro a tempo indeterminato da parte della richiedente costituisce un elemento nuovo che giustifica il riesame della decisione originaria di negazione dell’assegno.”

Dimostrare L’Indigenza E L’Incapacità Di Lavorare

Se l’assegno divorzile è stato negato perché il giudice ha ritenuto che il coniuge richiedente fosse in grado di mantenersi autonomamente, è possibile presentare nuove prove che dimostrino l’opposto.

Le prove utili possono includere:

  • Certificati medici che attestano una condizione di salute incompatibile con l’attività lavorativa.
  • Documentazione fiscale e bancaria che dimostri l’assenza di reddito sufficiente.
  • Testimonianze che confermino l’impossibilità di trovare lavoro nonostante gli sforzi.

In questi casi, è consigliabile avviare una nuova azione legale per chiedere la revisione della decisione e ottenere l’assegno divorzile.

Cercare Accordi Stragiudiziali Con L’Ex Coniuge

Se il ricorso in appello o la revisione giudiziale non sono opzioni praticabili, è possibile provare a negoziare un accordo stragiudiziale con l’ex coniuge.

L’accordo può prevedere:

  • Un contributo economico volontario a favore dell’ex coniuge in difficoltà.
  • La concessione di beni materiali come casa, auto o altri asset.
  • La definizione di condizioni alternative per il mantenimento dell’ex coniuge.

In questi casi, è sempre opportuno affidarsi a un avvocato esperto in diritto di famiglia per garantire che l’accordo sia legalmente valido e rispetti i diritti di entrambe le parti.

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L’assegno divorzile non è automatico e viene concesso solo in presenza di specifici requisiti. Se vuoi sapere se puoi ottenerlo o se puoi evitarne il pagamento, affidati ai nostri avvocati divorzisti.

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