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Studio Legale Avv. Davide De Matteis

Come si calcola la quota legittima? Guida Completa

Indice

Come si calcola la quota legittima

Come Calcolare La Quota Legittima

La quota legittima rappresenta la parte di eredità che la legge riserva a determinati familiari, indipendentemente dalla volontà del testatore. Il calcolo si basa sul patrimonio ereditario, sottraendo debiti e considerando eventuali donazioni fatte in vita.

Esempio pratico: “Mio padre ha lasciato un testamento in cui esclude mio fratello. Posso impugnare la successione e ottenere la mia quota di legittima?” La risposta dipende da vari fattori, ma in molti casi gli eredi legittimari possono far valere il loro diritto.

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Cos’è La Quota Legittima E Chi Ne Ha Diritto

La quota legittima è la porzione minima dell’eredità che la legge garantisce ad alcuni eredi, anche contro la volontà del testatore. È regolata dagli articoli 536 e seguenti del Codice Civile e serve a tutelare gli eredi più stretti.

Gli eredi legittimari sono quei soggetti che la legge protegge in modo particolare, riservando loro una quota minima del patrimonio ereditario che non può essere intaccata neppure dalla volontà del defunto. Questa tutela è disciplinata dagli articoli 536 e seguenti del Codice Civile.

Il principio su cui si basa la legittima è che alcuni familiari stretti non possono essere esclusi dall’eredità, salvo casi eccezionali come l’indegnità a succedere.

Chi Sono Gli Eredi Legittimari

I soggetti tutelati dalla legge come eredi legittimari sono:

  • Il coniuge: anche se separato, purché non gli sia stata addebitata la separazione.

  • I figli: siano essi naturali, legittimi o adottivi.

  • Gli ascendenti (genitori del defunto), solo in assenza di figli.

Questi soggetti non possono essere esclusi dal patrimonio ereditario se non in casi eccezionali (es. indegnità a succedere).

I legittimari hanno la facoltà di agire legalmente per annullare gli atti di disposizione, sia a titolo gratuito che testamentario, effettuati dal defunto, qualora al momento dell’apertura della successione tali atti abbiano compromesso la loro quota di eredità riservata (art. 554 e ss. c.c.).

Determinazione Del Patrimonio Ereditario

La lesione della quota di legittima può essere accertata solo nel momento in cui si apre la successione. Fino a quel momento, non è possibile stabilire con certezza se le disposizioni testamentarie o le donazioni effettuate in vita dal defunto abbiano effettivamente pregiudicato i diritti dei legittimari.

Il Calcolo della Lesione: La Riunione Fittizia

Per determinare se vi sia stata una violazione della legittima, si utilizza un procedimento noto come riunione fittizia. Questo calcolo, disciplinato dall’art. 556 c.c., si effettua con la seguente formula: Relictum – Debiti + Donatum

  • Relictum: il patrimonio che il defunto lascia al momento della morte, cioè l’insieme dei beni ereditari ancora esistenti.

  • Debiti: eventuali passività che devono essere sottratte dall’asse ereditario.

  • Donatum: i beni che il de cuius ha donato in vita, i quali devono essere sommati per ricostruire idealmente l’asse ereditario complessivo.

Se, effettuata questa operazione, si riscontra che la quota disponibile ha ecceduto il limite stabilito dalla legge a danno della quota riservata ai legittimari, si configura una lesione della legittima.

Determinazione del Relictum: Il Patrimonio da Considerare nella Successione

La prima fase per il calcolo della lesione della legittima consiste nell’individuare il relictum, ovvero l’insieme dei beni che appartenevano al defunto al momento dell’apertura della successione. Questo passaggio è fondamentale per stabilire l’ammontare del patrimonio ereditario e verificare l’eventuale pregiudizio ai danni dei legittimari.

Cosa Rientra nel Relictum?

Per la determinazione del relictum devono essere presi in considerazione:

  • I beni oggetto di legato di specie, ovvero quei beni attribuiti specificamente a un erede o legatario.

  • I crediti, salvo quelli inesigibili o di dubbia esigibilità, che non vengono inclusi nel calcolo.

  • I beni oggetto di alienazioni simulate, sia in caso di simulazione assoluta che relativa, purché il negozio simulato non soddisfi i requisiti formali e sostanziali del negozio dissimulato.

  • Le aziende e il relativo avviamento, che vengono considerati parte integrante dell’asse ereditario.

  • I beni acquistati dal de cuius con una condizione sospensiva o risolutiva:

    • Se l’acquisto era soggetto a condizione sospensiva non ancora avverata, il bene non viene calcolato nel relictum.

    • Se l’acquisto era subordinato a condizione risolutiva, il bene deve essere incluso nel patrimonio ereditario.

Cosa È Escluso dal Relictum?

Determinati diritti e beni non vengono inclusi nel calcolo del relictum. Tra questi:

  • I frutti naturali non ancora percepiti e i frutti civili non ancora maturati, che non fanno parte del patrimonio ereditario.

  • I diritti che si estinguono con la morte del de cuius, come l’usufrutto, il diritto d’uso e di abitazione, che cessano con il decesso del titolare.

  • I diritti che prevedono la morte come termine finale o condizione risolutiva, i quali non vengono conteggiati nel relictum.

  • I diritti acquisiti iure proprio dagli eredi in occasione della morte del de cuius, tra cui:

    • Il diritto al risarcimento del danno nei confronti di chi ha causato la morte del defunto.

    • Il diritto del beneficiario di un’assicurazione sulla vita stipulata dal de cuius.

    • L’indennità di fine rapporto prevista dall’art. 2122 c.c., spettante ai familiari del lavoratore deceduto.

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I Debiti: Detrazioni dal Relictum nel Calcolo della Legittima

Nel determinare il patrimonio ereditario netto, è essenziale sottrarre dal relictum tutti i debiti e le spese che gravavano sul defunto al momento della morte. Questo passaggio permette di ottenere una base reale su cui calcolare la quota di legittima spettante ai legittimari.

Quali Debiti Vanno Sottratti dal Relictum?

La normativa stabilisce che dal patrimonio ereditario devono essere detratti:

  • I debiti contratti dal defunto, indipendentemente dalla loro natura, purché documentati e validamente opponibili all’eredità.

  • Le spese funerarie e di sepoltura, in quanto direttamente connesse al decesso.

  • Le imposte di successione, che rappresentano un onere fiscale a carico dell’eredità.

  • Le spese per la pubblicazione del testamento, necessarie per dare esecuzione alle disposizioni testamentarie.

  • I debiti che il defunto aveva nei confronti dei legittimari, i quali devono essere riconosciuti come passività della successione.

Come Incidono i Debiti sulla Legittima?

La detrazione dei debiti viene effettuata esclusivamente dal relictum. Questo significa che:

  • Se il valore dei debiti azzera o supera il relictum, non vi sarà alcuna quota di legittima, a meno che il defunto non abbia effettuato donazioni in vita.

  • Se sono presenti donazioni, la legittima sarà calcolata solo su queste, senza considerare i debiti.

Questo principio è stato confermato dalla dottrina ed è di fondamentale importanza per stabilire se i legittimari possano far valere il loro diritto alla quota di riserva.

Se ritieni che il calcolo della tua quota ereditaria possa essere compromesso dalla presenza di debiti, è fondamentale una consulenza legale specializzata. Contatta i nostri esperti per una valutazione personalizzata, anche in video-call.

Il Donatum: Il Ruolo delle Donazioni nel Calcolo della Legittima

Dopo aver determinato il valore netto del relictum, sottraendo i debiti e le spese, è necessario sommare il valore dei beni che il defunto ha trasferito in vita attraverso donazioni o altri atti di liberalità. Questa operazione è fondamentale per calcolare correttamente la quota di legittima spettante ai legittimari, in quanto evita che il patrimonio ereditario venga ridotto artificialmente attraverso trasferimenti effettuati prima della morte.

Quali Beni Rientrano nel Donatum?

Nel donatum si considerano:

  • Le donazioni dirette, ossia gli atti formalizzati per iscritto con atto pubblico, come la cessione gratuita di un immobile o di somme di denaro.

  • Le donazioni indirette, che non richiedono necessariamente la forma dell’atto pubblico, ma producono un effetto equivalente a una donazione.

Esempi di Donazioni Indirette

La giurisprudenza ha individuato diverse fattispecie di donazioni indirette, tra cui:

  • Finanziamento di un acquisto immobiliare: se il defunto ha versato il denaro necessario affinché un terzo acquistasse un immobile, senza formalizzare una donazione e senza richiedere la restituzione della somma.

  • Pagamento di un debito altrui: un esempio tipico è il genitore che paga un debito del figlio, liberandolo dall’obbligazione.

  • Remissione di un debito: se il defunto, in qualità di creditore, ha annullato il debito di una persona a lui vicina.

  • Intervento nell’acquisto di un bene per conto di un terzo: il caso in cui il defunto abbia procurato l’acquisto di un bene per un’altra persona, pagando direttamente o fornendo il denaro necessario.

L’inclusione delle donazioni nel calcolo della legittima è essenziale per evitare che il patrimonio ereditario venga svuotato prima della successione, sottraendo ai legittimari la quota che la legge riserva loro. Se un legittimario ritiene che una donazione abbia compromesso la sua quota di riserva, può agire legalmente per ottenere la riduzione delle donazioni lesive e il conseguente reintegro della legittima.

Attenzione alle Simulazioni e alle Donazioni con Riserva di Usufrutto

Quando si calcola la legittima, è essenziale prestare attenzione a diversi aspetti legati alla simulazione e alle donazioni particolari, che potrebbero alterare la determinazione del patrimonio ereditario.

Simulazione Relativa e Simulazione Assoluta

In presenza di una simulazione relativa, dove i beni sono mascherati sotto la forma di negozi onerosi, si procede comunque alla riunione fittizia. In altre parole, nonostante l’apparenza di un atto oneroso, l’operazione viene considerata come una donazione, quindi il bene deve essere conteggiato nel calcolo del donatum, con la conseguente inclusione nel valore totale della successione.

Al contrario, nel caso di simulazione assoluta, in cui i beni non sono mai usciti dal patrimonio del defunto (perché l’atto simulato non ha avuto alcun effetto giuridico), questi beni non devono essere aggiunti al donatum. Essi continuano a far parte del patrimonio del defunto, rientrando nella categoria dei beni relitti, ovvero i beni che si considerano effettivamente appartenenti al defunto al momento dell’apertura della successione.

Patto di Famiglia: Esclusioni dalla Riduzione

Un’importante esclusione riguarda le attribuzioni patrimoniali relative a azienda o partecipazioni sociali che sono effettuate nell’ambito del “patto di famiglia”, introdotto con la Legge 14 febbraio 2006, n. 55. Questo istituto consente al de cuius di trasferire determinati beni familiari a un erede, escludendo tali attribuzioni dalla possibilità di essere ridotte, anche se tali beni potenzialmente potrebbero ledere la legittima di altri legittimari. Queste disposizioni sono regolamentate dagli articoli 768 bis e seguenti del codice civile.

Donazioni con Riserva di Usufrutto

Un altro aspetto che merita attenzione riguarda le donazioni con riserva di usufrutto. Quando un bene viene donato con usufrutto riservato al donante, ai fini della riduzione della donazione, il bene deve essere trattato come se fosse donato in piena proprietà. Questo perché, al momento dell’apertura della successione, il donatario diventa pieno proprietario del bene, anche se il donante continua a godere dell’usufrutto.

Come Opera la Riduzione?

La riduzione delle donazioni e delle disposizioni testamentarie è un meccanismo fondamentale per garantire che i legittimari (coniuge, figli, ascendenti) ottengano la loro quota di legittima, anche se il defunto ha compiuto atti di disposizione (testamenti o donazioni) che eccedono tale quota. La riduzione è disciplinata dal Codice Civile e si articola in diverse fasi, che riguardano sia le donazioni fatte in vita che le disposizioni testamentarie.

1. Riduzione delle Quote Ab Intestato (art. 553 c.c.)

Un esempio tipico della riduzione delle quote ab intestato riguarda la divisione dell’eredità tra gli eredi legittimi quando il defunto non ha lasciato testamento. Ad esempio:

Esempio: Tizio muore senza testamento e lascia come unici eredi legittimi suo padre Caio e suo fratello Sempronio. Il patrimonio ereditario (relictum) ammonta a 200, mentre le donazioni fatte in vita da Tizio ammontano a 400.

Ai sensi dell’art. 571 c.c., l’eredità si divide in parti uguali: 50 per Caio e 50 per Sempronio.

Tuttavia, Caio non è un erede qualsiasi, ma un legittimario. In quanto tale, la sua quota di legittima non è determinata solo dalla metà dell’eredità (100), ma comprende anche la sua quota sulla parte di donazioni fatte in vita da Tizio. L’art. 538 c.c. stabilisce che il legittimario ha diritto ad una parte dell’intero patrimonio, comprensivo sia del relictum che delle donazioni.

In questo caso, Caio avrebbe diritto ad 1/3 del patrimonio complessivo, che include sia il valore del relictum che delle donazioni. Quindi il calcolo sarà:

  • Relictum (patrimonio ereditario): 200

  • Donazioni fatte in vita: 400

La somma totale che Caio ha diritto a ricevere è quindi: (400 + 200) /3 = 200

Pertanto, Caio ha diritto a 200, che include sia la sua quota sul relictum (200) che quella sulle donazioni (400).

Dal momento che Caio ha diritto a 200 (e non a 100), il suo diritto eccede la quota che gli sarebbe spettata nel caso di una normale divisione del patrimonio (100). Per coprire la differenza, Caio otterrà la parte aggiuntiva di 100 dalla quota di Sempronio.

Infatti, la norma prevede che, nel caso in cui una parte dell’eredità ecceda la quota disponibile, la differenza venga recuperata tramite riduzione della quota degli altri eredi. In questo caso, Sempronio, che avrebbe avuto diritto a 100, vedrà la sua quota ridotta a 50 (perché 100 sono sottratti dalla sua parte per coprire i 100 spettanti a Caio). Sempronio riceverà quindi solo la metà della sua quota originaria.

2. Riduzione delle Disposizioni Testamentarie (art. 554 e 558 c.c.)

Le disposizioni testamentarie che eccedono la quota disponibile devono essere ridotte per garantire ai legittimari la loro legittima.

L’art. 554 stabilisce che le disposizioni testamentarie eccedenti la quota di cui il defunto poteva disporre sono soggette a riduzione, ma solo nei limiti della quota di legittima. Inoltre, l’art. 558 stabilisce che la riduzione deve avvenire proporzionalmente, senza distinguere tra eredi e legatari.

Esempio: Se il testatore ha disposto, ad esempio, di lasciare l’intero patrimonio a un legatario, e questa disposizione supera la quota di legittima dei suoi eredi, la disposizione sarà ridotta fino al limite della quota legittima. I legatari, pertanto, saranno trattati allo stesso modo degli eredi quando si tratta di ridurre disposizioni testamentarie.

Un testatore può anche disporre che una o più disposizioni abbiano preferenza sulle altre, ma solo se le altre disposizioni non sono sufficienti a soddisfare la quota legittima.

3. Riduzione delle Donazioni (art. 555 c.c.)

Le donazioni fatte dal defunto in vita che eccedono la quota disponibile sono soggette a riduzione, ma l’art. 555 c.c. stabilisce che esse possono essere ridotte solo dopo che sono stati esauriti i beni disposti per testamento.

In altre parole, la riduzione delle donazioni avviene solo dopo aver esaminato e ridotto le disposizioni testamentarie.

Cosa Fare Per Calcolare la Quota di Legittima? Contatta un Esperto

Le donazioni e le attribuzioni patrimoniali possono influire significativamente sul calcolo della legittima, specialmente quando si tratta di donazioni indirette, simulazioni o donazioni con riserva di usufrutto. È quindi fondamentale considerare attentamente queste dinamiche, per evitare che i legittimari vedano compromessa la loro quota di riserva.

Se hai dubbi o hai bisogno di una consulenza legale per calcolare correttamente la tua quota di legittima, contatta il nostro studio legale. Offriamo consulenze anche tramite video-call per assisterti in ogni fase della successione.

FAQ sul Calcolo della Quota Legittima

1. Cos’è la quota legittima e a chi spetta?

La quota legittima è la parte dell’eredità garantita dalla legge a determinati familiari, come coniuge e figli, indipendentemente dalla volontà del testatore.

2. Come calcolare la quota legittima?

La quota legittima si calcola sottraendo i debiti e aggiungendo le donazioni fatte in vita dal defunto al patrimonio ereditario (relictum). La formula è: Relictum – Debiti + Donatum.

3. Chi sono gli eredi legittimari?

Gli eredi legittimari sono coniuge, figli (naturali, legittimi o adottivi) e ascendenti (genitori), che hanno diritto a una parte minima dell’eredità, anche contro la volontà del testatore.

4. Cosa rientra nel patrimonio ereditario per il calcolo della legittima?

Rientrano nel patrimonio ereditario i beni oggetto di legato, i crediti esigibili, le aziende e i beni acquistati dal defunto, con alcune esclusioni specifiche (ad esempio, frutti non ancora percepiti).

5. Quali debiti vanno sottratti dal patrimonio ereditario?

Dal patrimonio ereditario vanno sottratti debiti contratti dal defunto, spese funerarie, imposte di successione e spese per la pubblicazione del testamento.

6. Come le donazioni influiscono sul calcolo della legittima?

Le donazioni fatte in vita dal defunto devono essere incluse nel calcolo della legittima, in quanto possono ridurre la quota di eredità spettante ai legittimari.

7. Cosa sono le donazioni indirette e come influiscono sulla legittima?

Le donazioni indirette, come il finanziamento di un acquisto per conto di un terzo, devono essere considerate nel calcolo della legittima, poiché possono incidere sul patrimonio ereditario.

8. Come si calcolano le simulazioni nelle donazioni?

Le simulazioni relative (beni mascherati da negozi onerosi) vanno trattate come donazioni e incluse nel calcolo della legittima, mentre le simulazioni assolute non vengono considerate.

9. Cosa sono le donazioni con riserva di usufrutto e come influiscono sulla legittima?

Le donazioni con riserva di usufrutto sono trattate come donazioni in piena proprietà, poiché il donatario acquisisce il pieno diritto sul bene al momento della successione.

10. Cosa fare se la quota di legittima viene lesa?

Se la quota legittima viene compromessa da disposizioni testamentarie o donazioni, è possibile richiedere una riduzione attraverso l’azione legale per reintegrare la legittima.

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